Cgil e Cei unite nella lotta in difesa dell’autonomia dell’Oasi di Troina

Alla Cgil non garba proprio che l’assessorato regionale della salute abbia sistematicamente ignorato le sue segnalazioni specifiche sulla governance dell’Oasi Maria SS di Troina e che si sia attivato dopo che il presidente dell’Irccs, Silvio Rotondo, ha revocato a Claudio Volante l’incarico di direttore generale dell’Irccs. Ad Alfio Mannino, segretario generale delle Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo, segretario generale della Fp-Cgil regionale e Antonio Malaguarnera, segretario generale provinciale di Enna, appare “singolare che di fronte di fronte a segnalazioni specifiche, il dirigente generale dell’assessorato alla Salute abbia sorvolato, salvo poi attivare subito le ispezioni su richiesta del dirigente generale dell’Oasi, cui il cda della struttura ha revocato l’incarico”. Che si faccia un’ispezione sulla governance, alla Cgil sta bene, ma questa deve riguardare in primo luogo gli atti sui quali “ha sollevato forti perplessità in relazione ad evidenti opacità”. Per la Cgil, “troppe sono le ombre di interessi estranei alla mission dell’Oasi su cui occorre fare luce per liberare la struttura da logiche che non possono riguardarla”. Per le attività di ricovero e cura dei disabili colpiti da involuzione cerebrali, l’Irccs dell’Oasi Maria SS riceve dalla Regione Siciliana una somma che si aggira attorno ai 40 milioni di euro l’anno. Ed è proprio per questo motivo, oltre alla sua natura di “centro di rilevanza sociale”, che, come dicono i tre sindacalisti, “l’Oasi non possa essere soggetta a scorribande di alcun tipo, ma deve essere messa nelle condizioni di funzionare al meglio nell’interesse degli utenti e dei lavoratori”. Le ombre e le opacità sulle quali la Cgil punta il dito non sono esplicitate, ma sono intuibili. Non hanno nulla a che vedere con quelle che si fantasticava nel romanzo “Agave” di Massimo Felisatti e Andrea Santini, pubblicato dalla Rizzoli nel 1981 e scomparso dalla circolazione. Neppure con il durissimo scontro sindacale che la Cgil, tra fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, ingaggiò contro la governance dell’Oasi di allora, che Ferlauto teneva saldamente in pugno, che licenziò 42 dipendenti che si erano iscritti alla Cgil. Si tratta di qualcosa di più prosaico, che ha a che fare con l’autonomia dell’Oasi Maria SS dalla politica intesa in senso lato, non riferita ad un solo schieramento politico. Ma non solo dalla politica deve essere tutelata l’autonomia. Che l’Oasi Maria SS susciti l’interesse dei grandi gruppi della sanità privata, è più che un sospetto. L’Oasi è una holding le cui attività spaziano dalla sanità all’agricoltura e alla ricettività alberghiera. Anche queste attività non sanitarie suscitano l’interesse di forze esterne all’Oasi Maria SS. Che ci sia l’esigenza di tutelare l’autonomia dell’Oasi da condizionamenti esterni di qualsiasi genere, l’ha ben chiaro la Conferenza Episcopale Siciliana che, nel comunicato finale della Sessione primaverile tenuta a Palermo dal 7 al 9 marzo di quest’anno, ha inserito al punto 6- – Oasi di Troina queste parole, che riporto integralmente: “A proposito dell’Oasi Maria Santissima di Troina, i Vescovi delle Chiese di Sicilia riaffermano che si tratta di un bene assolutamente prezioso che va custodito, che ha dato per anni e continua a dare occupazione e lavoro a centinaia di persone, grazie anche ai costanti rapporti con il governo della Regione siciliana e ad occuparsi, con speciale competenza, di persone affette da disabilità e della ricerca scientifica”. Il linguaggio dei Vescovi è felpato, ma fa capire quello che vuole dire.
Silvano Privitera