La tragedia a Leonforte, quel guado non doveva esserci, la burocrazia ha frenato un intervento
Leonforte - 26/08/2025
Quel guado provvisorio realizzato nell’alveo del torrente Crisa dove nei giorni scorsi ha trovato la morte Matteo Ciurca, 40 anni, leonfortese, non sarebbe dovuto esserci.
Il guado maledetto
E’ quanto emerge nella relazione dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia nelle ore successive all’incidente che ha coinvolto, oltre al 40enne, altre due persone, salvatasi in modo fortunoso. I tre erano a bordo di due auto ed hanno attraversato quel tratto, realizzato con calcestruzzo e tubazioni, allo scopo di raggiungere un fondo agricolo ma la pioggia battente ha ingrossato il torrente che ha travolto i due veicoli.
La strada non indicata nel catasto
Nel rapporto dell’Autorità di bacino, questa strada non risulterebbe censita nel catasto, che, peraltro, verrebbe usata per lo smaltimento illecito di materiali da costruzioni. L’ente regionale assicura dell’esistenza di un piano, finanziato dal Fondo di Coesione, dedicato a degli interventi in quel tratto del torrente Crisa, dove sussistono delle criticità idrauliche ben evidenti.
L’intervento sul torrente mai eseguito
L’importo complessivo dei lavori è di oltre 1 milione e 700 mila euro ed il progetto esecutivo, secondo l’Autorità di bacino, è stato pure redatto dal Comune di Leonforte ma, come spesso accade in Sicilia, per qualche ragione incomprensibile la burocrazia ci mette lo zampino. Nella stessa relazione, il responsabile dell’Ufficio mette le mani avanti, sostenendo che l’Ufficio ha emanato una direttiva sul rischio derivante dalla presenza di piste e guadi all’interno di alvei e aree golenali.
Le competenze
Ma di chi è la competenza? L’Autorità di bacino, nella sua relazione, precisa che l’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Enna è proprietario delle aree sul cui suolo ricade la strada di accesso al guado e contestualmente chiama in causa il Comune di Leonforte, invitandolo ad emettere un’ordinanza per interdire quel guado. Da parte sua, il sindaco, Piero Livolsi, proprio a ViviEnna, aveva detto che avrebbe firmato il provvedimento di interdizione, precisando, nel contempo, che quel tratto non ricade nella proprietà del Comune.