All’Assemblea nazionale delle provincie dell’Italia approvato o.d.g. dell’Assessore ennese Zinna

Durante l’Assemblea nazionale delle provincie dell’Italia, l’assessore allo Sviluppo economico e alla programmazione, Salvatore Zinna, che rappresentava la Provincia di Enna, svoltasi a Catania, ha presentato un ordine del giorno su “Mezzogiorno Programmazione 2007/2013e manovra finanziaria”. Nell’ordine del giorno approvato dall’assemblea, Turi Zinna ha fatto approvare il seguente documento:
“Gli Amministratori del Mezzogiorno, consapevoli del proprio ruolo di responsabilità nell’esercizio difficile delle funzioni degli Enti Territoriali, sottolineano la fase di particolare importanza nelle scelte operate o in itinere.
Innanzitutto, si rileva con preoccupazione nell’ultimo rapporto SVIMEZ, che nel periodo 2000 -2008, il Mezzogiorno è cresciuto la metà del Centro – Nord, con andamenti diversi nei vari anni. Gli ultimi dati rilevano che si è avuto un più accentuato aggravamento con la recente crisi finanziaria ed economica internazionale, che pesa soprattutto nei territori più svantaggiati, quali le Regioni Meridionali. Al peggior andamento del Mezzogiorno, ha concorso, tra l’altro, una ridotta efficacia della politica regionale di sviluppo nazionale e comunitaria, conseguente ad una diminuzione della spesa pubblica, per investimenti assai inferiori a quanto programmato. Nelle carenze di fondo, sono da evidenziare la dispersione delle risorse aggiuntive da finalizzare all’accelerazione dello sviluppo nel territorio in una eccessiva molteplicità di interventi, in assenza di azione di sistema, rispondenti troppo spesso a domande localistiche, la lentezza e gli scoordinamenti nella programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi stessi, tradotti spesso nella formazione di residui passivi. Tale limite, si sarebbe potuto e dovuto affrontare, unitamente ai nuovi orientamenti strategici comunitari, con la programmazione 2007 – 2013, che ha posto con il Quadro Strategico Nazionale l’unificazione delle risorse comunitarie con quelle del F.A.S. e delle spese ordinarie. Purtroppo, già ad oltre metà del percorso programmatico, si è di fronte a gravi ritardi, che devono essere recuperati sia per evitare il disimpegno delle risorse finanziarie, che per garantire la qualità della spesa.
La stessa impostazione di “Europa 2020” sollecita con maggiore forza, come afferma un recente documento del CNEL, l’approccio unitario della programmazione dello sviluppo economico delle regioni dell’U.E., unitarietà che in Italia è venuta meno proprio in particolare con la programmazione anticiclica dei fondi FAS. Si tratta soprattutto di procedere al completamento dei ciclo programmatorio definito nell’ambito del Q.S.N. 2007/13 e nel contempo ad individuare le opportune riforme in grado di eliminare i “Colli di bottiglia” che attualmente rendono spesso contorto e farraginoso il processo di utilizzazione delle risorse nazionali e comunitarie per lo sviluppo regionale.
Diventa necessario, quindi, che ci si attrezzi ai vari livelli con un approccio unitario sulle politiche di sviluppo e della coesione economica, sociale e territoriale.
In questo quadro, forte è la consapevolezza che la convergenza con il resto del Paese e dell’Europa, in termini di standard di servizi essenziali, infrastrutture e competitività rispetto all’area euromediterranea, possano e devono costituire i pilastri su cui devono caratterizzare la specificità del Mezzogiorno nel contesto continentale e nazionale, con particolare riferimento al preannunciato Piano del Sud.
A questi obiettivi devono poter concorrere le Autonomie Locali, in particolare le Provincie, per il proprio ruolo di coordinamento di aree vaste nei tenitori, in modo di qualificare le iniziative produttive e infrastrutturali.
Si tratta, quindi, di sostenere e promuovere al massimo le energie vitali del territorio delle autonomie locali, che rischiano, purtroppo, di essere impegnati a fronteggiare le continue emergenze dei servizi essenziali, nell’ambiente, nei rifiuti, nella mobilità e nell’edilizia scolastica.
Necessità, quindi, di rendere convergente a tali compiti il complesso delle iniziative e dei comportamenti dell’intero governance multilivello, in modo di concorrere ad affrontare il nodo strutturale della crescita del Mezzogiorno, unitamente a quello dell’intero Paese.
Diventa indispensabile, da subito, di mettere mano alla modifica della recente “manovra finanziaria”, unitamente, al patto di stabilità, dal momento che i forti tagli indifferenziati operati nei
trasferimenti erariali sono, soprattutto, penalizzanti con ingiuste e nefaste conseguenze per i Comuni e le Provincie Meridionali, ove nei bilanci finanziari incidono meno le risorse della compartecipazione locale ai tributi, a differenza di altre aree del Paese.
Necessita che l’PUPI, ai vari livelli, si impegni con la forza della propria rappresentanza a concretizzare le scelte più adeguate per contribuire al ruolo vitale delle autonomie locali, al fine di invertire l’aggravamento delle crisi del Mezzogiorno, che deve poter essere una reale risorsa per lo sviluppo del Paese con un rinnovato Patto di Solidarietà Nazionale tra le grandi ripartizioni territoriali Nord, Centro e Sud nell’ambito della riforma federale”.