Enna. Aveva sparato a figlio con fucile da caccia: anziano pregiudicato, agli arresti domiciliari, ritorna in carcere

Enna. Ordine di arresto e ripristino della misura cautelare in carcere, emanato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, eseguito dagli uomini della Squadra Mobile – diretti dal Vice Questore Aggiunto, dott. Giovanni Cuciti a carico di Giuseppe Gaetano Mignemi, classe ‘47, pregiudicato, coniugato, pensionato, poiché condannato con sentenza pass, poiché ritenuto dal Tribunale del Riesame di Caltanissetta, non idoneo il regime degli arresti domiciliari a soddisfare l’esigenze cautelari, inerente la presunta commissione del reato di tentato omicidio ai danni del figlio.
In particolare nella serata del 4 novembre 2009, gli uomini della squadra mobile, e gli uomini dell’U.P.G.S.P, arrestavano il Mignemi, poiché si era reso responsabile del reato di tentato omicidio ai danni del figlio. In particolare, in quella serata, personale della squadra volante interveniva in un condominio di via toscana ad Enna, dove poco prima era stata segnalata una aggressione con l’esplosione di un colpo di arma da fuoco.
Sul posto, gli operatori della volante, unitamente agl’uomini della Squadra Mobile, avevano modo di accertare che Giuseppe Gaetano Mignemi, a seguito di un acceso diverbio avuto con il figlio, residente nel vicino appartamento, esplodeva all’indirizzo del giovane un colpo di fucile caricato a pallini, senza però attingere la vittima che, avuta contezza delle intenzioni del padre, riusciva a deviare il colpo spingendo lontano da sé le canne del fucile.
Gli operatori, in quella circostanza, ricostruivano la dinamica dei fatti, appurando che, dopo l’ennesimo litigio, il Mignemi, dopo avere minacciato il figlio di morte, si dirigeva all’interno della propria abitazione dove, in un armadio sito nella camera da letto, prelevava un fucile da caccia, legittimamente detenuto. In tale frangente, il figlio accedeva all’interno dell’abitazione paterna dove aveva modo di notare l’uomo intento a caricare l’arma con la quale esplodeva un colpo al suo indirizzo e ad altezza uomo. Pertanto, dopo l’escussione delle persone presenti, l’osservazione della direzione dei colpi che avevano attinto la parete, e gli ulteriori adempimenti di rito, procedevano a trarre in arresto il Mignemi, per il reato di tentando omicidio, sottoponendo a sequestro, altresì, le armi ed il munizionamento che l’uomo legittimamente deteneva. Il successivo vaglio dell’Autorità Giudiziaria, confermava le risultanze degli investigatori, disponendo per il Mignemi la misura cautelare della custodia in carcere, misura successivamente attenuata in arresti domiciliari dal G.I.P. del Tribunale di Enna.
Tale provvedimento, che attenuava la misura cautelare, veniva impugnato dal P.M., ed il successivo ulteriore vaglio del Tribunale del Riesame, e della Corte di Cassazione, avvaloravano l’ipotesi dell’esigenza della più afflittiva misura cautelare custodiale in carcere.
All’esito della vicenda giudiziaria cautelare, il Mignemi, pertanto, diveniva destinatario del provvedimento della Procura della Repubblica di Enna, che disponeva l’esecuzione della pena in carcere, provvedimento oggi seguito dagli uomini della Squadra Mobile.