Enna. Pasquasia bomba ecologica: novecentodiecimila chili di amianto, cinque mila litri di olio dielettrico sversato

Enna – Obiettivi primari per la Procura della Repubblica di Enna sono la messa in sicurezza e immediatamente dopo la bonifica di tutta la zona dove si trova la miniera di Pasquasia. Sono atti che la Regione Siciliana deve compiere nel più breve tempo possibile per evitare che l’enorme quantità di amianto e l’olio dielettrico, presenti nella zona possano costituire una bomba ecologica per tutto l’ambiente. Il Procuratore della Repubblica, Calogero Ferrotti, il Sostituto Marina Ingoglia, presenti i rappresentanti dei Carabinieri, del Corpo Forestale e della Digos, hanno voluto fare chiarezza sul problema Pasquasia dopo il sequestro giudiziario del sito minerario ennese, avvenuto lunedì mattina, la nomina del custode giudiziario nella persona del professor Dario Ticali, e la iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Regione, Raffaele Lombardo degli assessori Pietro Carmelo Russo e Giosuè Marino. I tre rappresentanti del Governo regionale si sono resi responsabili di non avere fatto niente per evitare il dissesto ambientale nel sito minerario in violazione ai doveri legati alla loro funzione di amministratori della Regione Siciliana, che è proprietaria del sito. I dati accertati dicono che ci sono novecentodieci mila chili di amianto, cinque mila litri di olio dielettrico sversato sul terreno dai macchinari, provocato da un sabotaggio, materiali questi che hanno reso la miniera di Pasquasia pericolosa dal punto di vista ambientale per cui è necessario che gli organi preposti si adoperino con procedura di urgenza alla messa in sicurezza e alla rimozione del materiale, operazioni che avrebbero dovuto essere fatte vent’anni fa, quando nel 1992 la miniera chiuse i battenti oppure dieci anni quando la Procura della Repubblica di Caltanissetta effettuò un sequestro giudiziario, invitando la Regione ad effettuare degli interventi per la messa in sicurezza e la bonifica, interventi che non furono fatti. E’ stato discusso anche il problema dello smaltimento dell’amianto ed appare probabile che possa essere utilizzata una discarica che si potrebbe realizzare all’interno del sito minerario con benefici finanziari notevoli, addirittura si parla di un risparmio che si aggira intorno ai 7 milioni di euro in quanto non ci sarebbe trasporto e la discarica verrebbe realizzata poco lontano dalla miniera. A questo proposito si stanno effettuando delle prove geognostiche con il prelievo di campioni di terreno per accertare se le condizioni del sottosuolo sono ideali a realizzare una discarica.