Ospedale di Enna: Fine rapporto lavoro con diversi primari

Enna. Allarme all’ospedale Umberto I di Enna, dove in agosto potrebbe trovarsi senza alcuni primari di eccellenza nei vari reparti. Un decremento dell’organico che andrebbe a penalizzare il nosocomio ennese sul piano della qualità delle prestazioni. Da qualche giorno alcuni primari di reparti importanti come la Chirurgia Generale, Centro Trasfusionale, Reparto di rianimazione, hanno ricevuto dal commissario straordinario, Lorenzo Maniaci, una lettera di preavviso alla risoluzione del rapporto di lavoro con quei dipendenti che hanno maturato o che matureranno nel triennio (2008,2009 e 2010) i 40 anni di contribuzione. Nella sostanza il dottor Maniaci, applicando la legge 133 del 6.8.2008, ha deciso di inviare una lettera di preavviso a primari come Pippo Monaco, primario della Chirurgia Generale, Toti Tudisco, primario del reparto Trasfusionale, Giuseppe Concimano, primario del Reparto di Rianimazione, il primo agosto dovrebbero lasciare l’incarico con tutte le conseguenze del caso, perché si andrebbero a perdere delle professionalità, che hanno reso l’ospedale ennese tra i migliori della Sicilia. Qualcuno, malignamente, ha dichiarato che è il primo passo verso “l’eliminazione di alcuni ospedali della provincia.Un modo come un altro per colpire la sanità della provincia di Enna”. Nella lettera, inviata lunedì passato si legge che “avendo già concretizzato l’anzianità contributiva, l’amministrazione dell’ospedale, in applicazione della normativa della legge 133, sta procedendo alla risoluzione del rapporto di lavoro con decorrenza primo agosto prossimo. La lettera ha valenza ufficiale ai fini del rispetto del termine di preavviso di sei mesi specificatamente previsto dalla legge stessa”. I medici, pronti al licenziamento, hanno tempo tre mesi per la risoluzione del rapporto al fine di regolarizzare la pratica pensionistica e ad usufruire di tutte le ferie maturate e non godute. Ovviamente i medici interpellati non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione, ma tra le righe, hanno fatto capire che dispiace molto lasciare l’attività professionale presso l’ospedale e che, in fondo, avrebbero potuto continuare a lavorare nell’interesse generale dell’utenza della provincia, sfruttando la professionalità acquisita nel corso di molti decenni di attività.