Emergenza sociale: Sindacati sbattono porta Governo, partono proteste

PALERMO – Una “insanabile incongruenza” separa l’assessore regionale alle politiche sociali, Nicola Leanza, e Cgil Cisl e Uil siciliane. Lo scrivono i sindacati in una lettera spedita stamattina all’esponente del governo, con cui le organizzazioni guidate da Mariella Maggio (Cgil), Maurizio Bernava (Cisl) e Claudio Barone (Uil), comunicano che “interrompono l’attuale confronto e sin d’ora saranno impegnate nei territori con iniziative di mobilitazione e di lotta per riaffermare i diritti e i bisogni delle fasce più deboli della popolazione”. Il fatto è, denunciano i confederali, che sono venuti a mancare “i presupposti per proseguire una concertazione che si è rivelata fittizia, strumentale e non sostanziale”. I sindacati, nella nota siglata dai responsabili di settore Nino Reale (Cgil), Daniela De Luca (Cisl) e Pino Franchina (Uil), contestano il divario tra quanto “formalmente condiviso” dall’assessore in materia di riforma del modello di protezione sociale e di risposta alle emergenze, e “la prassi e gli atti posti in essere” dall’assessorato. L’una e gli altri, puntano il dito Cgil Cisl e Uil, sono “orientati solo al consenso attraverso l’utilizzo delle risorse pubbliche a pioggia, senza programmazione, senza attenzione ai bisogni, senza l’obiettivo di reali risultati, perpetuando una politica di spesa dissennata e assistenziale in cui le politiche sociali sono costo e non risorsa per la ripresa dell’economia siciliana”.
Nel mirino delle associazioni sindacali anche i decreti emanati nei giorni scorsi dall’assessore, che confermano un “metodo di improvvisazione da noi più volte contestato e dimostrano che l’obiettivo principale è spendere le somme a disposizione, indipendentemente dai risultati e dalle priorità”. Così, riguardo ai non autosufficienti, spiegano Cgil Cisl e Uil, “mentre discutiamo sulla opportunità e sulle linee di un intervento normativo organico, continuiamo ad assistere a interventi parcellizzati e incoerenti, da un lato per bandi, d’altro lato con la Finanziaria regionale, senza risposte adeguate al problema e ai bisogni reali”. Ma i nodi riguardanti il dilagare delle povertà e i bisogni dei ceti più fragili, non possono essere affrontati con risposte estemporanee. Semmai, è la tesi dei confederali, “con interventi di reinserimento sociale e produttivo e con una programmazione condivisa e seria”.