Enna. Sabato la “Giornata per la Giustizia”

Enna. L’Associazione antimafia e antiracket “Fuori dal Coro”, presieduta dal giovane Sandro Immordino, ha promosso sabato prossimo la “Giornata per la Giustizia”, patrocinata dal comune capoluogo e dalla Provincia regionale. Dodici ore per riflettere, confrontarsi, proporre, analizzando il fenomeno del racket e dell’usura e lo stato di salute dell’amministrazione giudiziaria e dell’informazione. Un’iniziativa nata dal basso, un movimento civile proposto dai circa 50 volontari della neonata associazione antimafia e antiracket “Fuori dal Coro” che con il tradizionale “passaparola” hanno chiamato a raccolta le comunità locali, le istituzioni, i cittadini, le associazioni di promozione sociale, del lavoro e dell’impresa, gli operatori dell’informazione e la politica per dargli voce ed elaborare una proposta d’azione collettiva. Si inizierà, alle 11 a Sala Cerere di Palazzo Chiaramonte, dove le associazioni aderenti alla manifestazione (circa 20) si ritroveranno per un workshop, finalizzato alla stesura di un documento propositivo, dal tema “Racket e usura: tra Procure deserte e intercettazioni proibite, verso un nuovo Far West?”Nel pomeriggio, alle 17 al cinema multisala Grivi è in programma la conferenza dibattito dal tema “Carenza di magistrati, processo breve, DDL intercettazioni e libertà di stampa, corruzione e clientelismo … Quale futuro?” Tra i relatori, Salvatore Borsellino del Movimento Agende Rosse, Piergiorgio Morosini, rappresentante giunta Associazione Nazionale Magistrati e Luigi Ronsisvalle, vice-segretario nazionale Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Numerosi gli interventi programmati. Seguirà un dibattito. “L’organizzazione di questa manifestazione – spiega Sandro Immordino, presidente dell’associazione Fuori dal Coro – nasce dall’esigenza di mettere in luce le problematiche relative al mal funzionamento dell’amministrazione giudiziaria, posto che, ad oggi, presso le Procure nazionali si registra una grave carenza di magistrati, nel ruolo di Procuratori. Il problema ci riguarda da vicino poiché tra le Procure più disagiate si trovano anche quelle di Enna, Nicosia e Gela”. “La minore efficienza dei Tribunali – continua Immordino – si ripercuote inevitabilmente sul diritto dei cittadini di ottenere giustizia in tempi ragionevoli e il blocco dei lavori nelle Procure creerebbe una “zona franca” dove il reo può agire indisturbato”.