Piazza Armerina: La Villa del Casale e oltre

Piazza Armerina. L’Università Kore di Enna e l’Università di Macerata hanno organizzato un convegno nella sala conferenze S. Rosalia di Piazza Armerina sul tema del Territorio,popolamento, economia nella Sicilia centrale fra tarda antichità e alto medioevo.
Dopo il saluto delle autorità il convegno si è aperto con l’illustrazione storico-artistica della Villa Romana dal primo scavo ad oggi. Tra i prof. Termine ed il prof. Barresi dell’Università di Enna, Il prof. Rizzo docente a Macerata, la cui introduzione ha tracciato le linee guida di tutto il percorso delle due giornate in full-immersion, la prof.ssa Arcifa, il prof. De Miro e naturalmente il prof. Pensabene a cui si devono gli studi sulla seconda fase della Villa che ha illustrato in pieno i dati dei nuovi scavi in relazione al problema della sua “continuità di vita”.
Dopo varie illustrazioni il direttore dei lavori della Villa, arch. Meli, ha condotto tutti i partecipanti sul posto dove si è notato la gran mole di lavoro svolta sinora e quanto ancora resta da fare.
Il primo impatto è stato quello della rinascita del sito, innanzitutto la copertura lignea con lastre di rame ha ridato quell’aspetto naturale e dignitoso che la Domus merita e l’equilibrio dei colori raggiunto dopo varie ricerche e testi di materiali hanno fatto risplendere le meravigliose tessere facendole rivivere.
Con il restauro delle mura, soprattutto quelle d’ingresso, sono venuti alla luce affreschi murali che riportano similitudini con le figure del mosaico figurativo pavimentale, una vera emozione per chi lavora in quel sito da anni come le guide turistiche della provincia di Enna (AGTE),per gli studenti della Facoltà di Archeologia di Enna che si accostano a questo tipo di studi ma soprattutto per coloro che visiteranno la Villa, chi per la prima volta e chi ritornerà a lavori ultimati, e la troveranno nel pieno splendore.
Lodevole iniziativa di studiosi e professionisti che hanno reso noto il percorso storico e di confronto con altre Ville dello stesso periodo evidenziando uno dei tesori più grandi della provincia ennese.

Luisa Gardali