Sequestrati i beni a “U zi Turi”, al vertice della famiglia di Cosa Nostra di Enna

Enna. Il sequestro dei beni a Turi Seminara era nell’aria. Da diverso tempo la Procura Distrettuale Antimafia assieme al comando provinciale erano sulla sua pista; da mesi c’era un’indagine accurata su quella che era la sua attività reale e quella, invece, legata alla famiglia mafiosa di Cosa Nostra; da tempo c’erano controlli incrociati su quelle che erano le sue dichiarazioni e quelle della sua famiglia per controllare il suo status economico. Le discrepanze venute fuori erano veramente tante perché vi era una sproporzione notevole fra l’imponente patrimonio immobiliare realmente posseduto, le disponibilità economico finanziarie di Turi Seminara e del suo nucleo familiare e le dichiarazioni di redditi presentate. Gli allevamenti di animali presentava circa un migliaio di capi, inoltre c’era un allevamento di cavalli da corsa, che lo stesso curava in maniera particolare e poi consegnava a chi organizzava corse clandestine. Nel giro di pochi anni Turi Seminara di Mirabella Imbaccari è salito al vertice della famiglia di Cosa Nostra di Enna, entratovi nei primi anni del ’90, collegato a Salvatore Tusa e Sebastiano Rampulla, grazie all’investitura conferitagli da Francesco La Rocca, boss storico della Sicilia Orientale e della famiglia di Caltagirone, al quale era molto vicino sin dagli anni 2000. Ha avuto contatti, secondo quanto evidenziato dal Procuratore Sergio Lari ed il colonnello Gaetano Scillia della Dia, sia con Gaetano Leonardo e Raffaele Bevilacqua, che hanno occupato il vertice della famiglia di Cosa Nostra di Enna, ma i suoi introiti più consistenti sono arrivati nel giro di pochi anni dal 2006 in poi quando il suo raggio d’azione, in provincia di Enna, si è allargato tantissimo e non c’era attività economica che non fosse controllata da Turi Seminara e dai suoi uomini. “U zi Turi” si è permesso il lusso di acquistare un appartamento a Piazza Armerina, pagandolo in contanti, appartamento che è finito nella disponibilità della sua amante, una ragazza milanese di 40 anni, ma gli altri possedimenti erano anche a nome della moglie e dei figli; controllava l’attività delle bische clandestine che sorgevano stabilmente o provvisoriamente tra le province di Enna e di Catania. Le bische erano quelle che fornivano a Seminara ed al suo gruppo soldi puliti ed in abbondanza per le tante operazioni che il gruppo effettuava sia in provincia di Enna che di Catania. C’è qualche possedimento terriero che proviene dall’eredità paterna, ma la maggior parte dei possedimenti è venuta dalla sua attività criminale. Intanto la Dia nissena e comando provinciale di Enna dei carabinieri hanno provveduto a sequestrare tutto, poi magari si faranno delle indagini più accurati per stabilire le proprietà acquistate con soldi provenienti dall’attività della famiglia mafiosa.