Troina, dipendenti Oasi Maria SS non ricevono da mesi gli stipendi

Troina. Di chi è la colpa se i dipendenti delle società del gruppo Oasi Maria SS non ricevono da mesi gli stipendi? Non è una domanda alla quale è facile dare una risposta precisa. Il management dell’Oasi si giustifica con fatto che i soldi che la regione siciliana deve all’Oasi non arrivano. “Sarà forse vero che la regione siciliana in crisi di liquidità non paga, ma la situazione per noi dipendenti, che ancora conserviamo il posto di lavoro, sta diventando insostenibile”, pensano e dicono i lavoratori. Con circa mille dipendenti, l’Oasi è una delle più grandi concentrazioni di lavoratori dipendenti esistenti in provincia di Enna, se non la più grande in assoluto. E’ facile capire che l’Oasi abbia una forte presa sull’economia di un paese con 9.673 abitanti, che fra l’altro manifesta tutti i segnali del declino con l’invecchiamento inarrestabile della popolazione e l’alto livello della disoccupazione giovanile e femminile. Vittorio Fiore, scomparso nel 1999 all’età di 83 anni, ritenuto il sindaco migliore che Troina abbia avuto, disse: “L’Oasi è per Troina quello che la Fiat è per Torino”. L’Oasi per Troina è una risorsa, quando le cose vanno bene, ma diventa un rischio quando è in difficoltà. “Se chiude il San Raffaele di Milano, i dipendenti dell’istituto di don Luigi Verzè, che vivono in una delle città più ricche d’Europa, cercando, le trovano altre occasioni di lavoro, ma se chiude l’Oasi di Troina dove andranno a finire i dipendenti dell’istituto di don Luigi Ferlauto?”, si chiede preoccupato un troinese, che ci ha chiesto di non citare il suo nome. Questo spiega le ragioni per le quali anche i troinesi che non hanno un rapporto diretto di lavoro con l’Oasi seguono con apprensione le vicende dei lavoratori dell’Oasi che da mesi e mesi non ricevono gli stipendi. Si sente dire che, per gli effetti della crisi economica, dell’aumento del costo della vita, del blocco delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e per le misure adottate dal governo nazionale che colpiscono i redditi dei ceti più deboli, molti non arrivano alla fine del mese. Per i dipendenti dell’Oasi il problema non è arrivare alla fine del mese, ma come partire all’inizio del mese senza soldi. In un piccolo paese come Troina, si può ancora fare affidamento all’aiuto di parenti amici. Ma quanto tempo può durare quest’aiuto? E quelli che non possono contare sulla solidarietà di parenti ed amici, a chi si rivolgono? Le cronache ci dicono che in paese l’usura è un fenomeno più diffuso di quanto possiamo sospettare. La situazione di difficoltà dei dipendenti dell’Oasi è una questione che coinvolge l’intero paese. Sorprende che non ci siano una presa di coscienza collettiva ed una conseguente mobilitazione del paese per chiedere interveti risolutivi che lo faccia uscire da questa situazione di serie difficoltà. Cercare di capire perché tutto questo non avviene non è un compito che può essere affidato solo ai cultori di scienza della politica, che fino ad ora ci hanno spiegato perché la gente si ribella, protesta e fa le rivoluzioni ma non ci ha ancora spiegato perché non protesta e si ribella anche quando la sua condizione diventa insostenibile.

Silvano Privitera