Piazza Armerina. Si dimette il segretario comunale del PD

Piazza Armerina. “Prendo atto della volontà di interrompere la mia esperienza di segretario del Pd ad opera di alcuni maggiorenti del partito, favoriti dalla pataccara scelta della Direzione provinciale di convocare un insolito congresso straordinario. Rassegno pertanto le mie dimissioni dalla carica anticipatamente, orgoglioso di avere tutelato e promosso le ragioni silenziose di tanti iscritti e simpatizzanti democratici non inquadrati all’interno di quel cerchio magico che, a Piazza Armerina, con arrogante faciloneria, tutela gli interessi privatistici di pochi, profittando della copertura antidemocratica della dirigenza ennese” così inizia la comunicazione del segretario comunale del pD, Ranieri Ferrara, che continua: “Hanno calpestato ogni elementare regola democratica e di convivenza dentro il partito. L’ area Lumia/Crocetta rappresenta circa un terzo dei tesserati del partito ma l’’azione condotta contro la mia persona mi ricorda i selvaggi della Lousiana che per raccogliere un frutto, tagliano l’albero e prendono il frutto, classico esempio di dispotismo politico. E’ stata sporcata la storia del partito per favorire la concentrazione di ogni potere decisionale nelle mani dei soliti noti, ossequiosi ed ubbidienti alle imposizioni provenienti dal capoluogo di provincia. Con il senatore Beppe Lumia e l’eurodeputato Rosario Crocetta, già dalle prossime ore, continueremo la nostra azione contro questi metodi di medievale ferocia politica, alleandoci con la coscienza della moltitudine di gente per bene, all’insegna del motto legalità e sviluppo. Restiamo disponibili a dialogare soltanto nell’interesse vero della nostra comunità e contro quei piazzesi proseliti e devoti al papa nero di turno, soltanto per guadagnare privatamente potere e consenso a discapito del prossimo. Per raggiungere questo scopo, valuteremo le scelte migliori in vista del congresso straordinario del 15 aprile per continuare a costruire un libero e forte Partito Democratico nella città dei mosaici, altrimenti destinato ad essere imprigionato dalle sabbie mobili della politica provinciale”.