A Troina incontro in memoria della sommossa contadina del 18 febbraio 1898

Troina. Domenica pomeriggio 17 febbraio, alle 17.30, nella sala Paolo VI della parrocchia Maria SS del Carmelo, nel quartiere Corso, si svolgerà l’incontro in memoria della sommossa contadina del 18 febbraio 1898, organizzato dall’associazione politico-culturale “Re-esistenza”. All’incontro, che sarà moderato da Grazia Livolsi, interverranno: Pino Scorciapino, Silvano Privitera, Tatiana Pacino ed Enza Pruiti. Il 18 febbraio di 115 anni fa, Troina fu il teatro della sommossa contadina, repressa nel sangue, che ebbe una grande eco. Quella sommossa dei contadini troinesi segnò l’inizio di una lunga serie di sommosse alimentate dalle fame nelle Marche, Campania, Emilia Romagna, Puglia e Lombardia e che ebbe il suo culmine nei tumulti di Milano dal 6 al 9 maggio 1898. Nel libro “L’Italia 1898. Tumulti e reazione”, pubblicato lo stesso anno, Napoleone Colajanni” ha scritto che “ è la Sicilia, dove sono i centri del dolore, che suona la diana: a Modica ed a Troina si tumultua per fame e rinnovasi le stragi del 1893-94”. Colajanni fa il mesto bilancio delle sommosse contadine dei due paesi siciliani : “ Sorpassano la decina gli affamati uccisi in Febbraio in quelle due città, e centinaia di feriti cercano salvezza nella fuga, perché la polizia non contenta delle generose somministrazioni di piombo cerca vittime nuove per le patrie galere”. A raccontare, con sincera partecipazione sentimentale ed efficaci parole quella tragica rivolta di contadini troinesi affamati, è stato Filippo Turati con il suo articolo dal titolo “Ci buffuniano”, destinato a diventare famoso, pubblicato sul numero del 1° marzo 1898 della rivista “Critica Sociale”: “…la mattina del 18 febbraio, nell’alpestre Troina barricata dalla neve, la folla cenciosa tremava di freddo sulla piazza del Comune, nell’attesa di una prima distribuzione di frumento, una donna macilenta e lacera, – <> per usare lo stile dei gazzettieri per bene – uscita a mani vuote dal Municipio per non avervi ottenuto l’invocato soccorso, si rivolse furibonda alla folla esclamando: “Nun viditi ca ci buffuniano?” (Non vedete che ci corbellano?); e questo fu come il segnale del tumulto, che si chiuse indi a poco con sette cadaveri – tutti come sempre di contadini inermi – con un numero indeterminato di feriti, con il gremirsi delle carceri, e con centinaia di latitanti alla campagna…”.