Enna. L’on. Salvatore Termine assolto dall’accusa di truffa all’Ato Rifiuti

Enna. L’ex deputato regionale del PD Salvatore Termine esce assolto dalla vicenda truffa dell’Ato Rifiuti, in cui era tra gli imputati. La Procura ennese, infatti, non ha impugnato la sua assoluzione per cui la sentenza diventa definitiva. Il proscioglimento, che era stato emesso dal gup Massimiliano De Simone, che dava a Termine l’assoluzione per non aver commesso il fatto passa in giudicato. Salvatore Termina è stato difeso dagli avvocati Patrizia Di Mattia e da Fulvio Licari, che sul piano politico sono vicini a Salvatore Termine. Per Salvatore Termine il procuratore Calogero Ferrotti aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione; ma i difensori sono riusciti ad evidenziare che quando fu approvato il bilancio incriminato dell’Ato Rifiuti, Termine non era ancora in carica come componente del Consiglio di Amministrazione dell’Ato Rifiuti. Nella cosiddetta maxitruffa dell’Ato Rifiuti gli imputati erano 21 persone, compresi quattro ex parlamentari, diversi componenti del consiglio di amministrazione con diversi capi di imputazione. Il processo per gli altri ancora non si è concluso, è stato rinviato più volte per problemi di composizione del Tribunale collegiale, e riprenderà soltanto verso la fine di ottobre .La Procura ha sempre sostenuto che il denaro utilizzato nella gestione dell’Ato Rifiuti per assicurare il servizio di raccolta dei rifiuti in tutta la provincia, circa 9 milioni, era stato concesso all’Ato Rifiuti indebitamente dalla Regione, prelevandolo dal fondo di rotazione. In questa vicenda c’è da sottolineare un aspetto significativo ed importante perché di fatto, concretamente, nessuno dei componenti il consiglio di amministrazione prelevò un euro, tutti si sono spesi per avere un servizio di raccolta efficiente e furono utilizzati per pagare i dipendenti dell’Ato Rifiuti, quindi non c’è stata truffa. Nella vicenda Termine a chiarire la sua posizione ci sono state le date dell’insediamento, depositate in tribunale e che dimostrano che Termine si è insediato qualche settimana dopo. “È stata una triste storia sotto l’aspetto personale – ha detto Salvatore Termine – perché trovarsi di fronte a questo tipo di situazione, poi condanna senza preclusione, senza conoscere le vere motivazioni indipendentemente dalla sentenza finale, è difficile. Ho chiesto il rito abbreviato perché non intendevo avvalermi della prescrizione, non avevo commesso nulla di quello che mi veniva contestato”.