Sotto sequestro allevamento in territorio di Enna per la presenza di brucellosi bovina

brucellosisIl sindaco di Enna, Paolo Garofalo, ha messo ordinanza di sequestro fiduciario di un allevamento di proprietà di una società agricola ennese in quanto è stata riscontrata la presenza di brucellosi ovina. Dopo gli accertamenti effettuati e conosciuto l’esito dell’esame di laboratorio, eseguito il 24 giugno scorso. Contatto il responsabile del settore dell’Azienda sanitaria, dottor Ireneo Sferrazza, il sindaco ha ordinato il sequestro fiduciario in contrada Trabonella Castellaccio, territorio di Enna di tutti i bovini/ovicaprini e le specie sensibili presenti in azienda; distruzione dei feti e degli invogli fetali, nonché degli agnelli nati morti oppure morti subito dopo la nascita; disinfezione dei locali, delle attrezzature, dei mezzi di trasporto e dei contenitori,d ivieto di monta; mungitura degli animali sieronegativi prima di quelli infetti e/o sospetti e dissezione delle attrezzature; divieto di qualsiasi movimento da e per l’allevamento infetto, salvo autorizzazione per l’avvio alla macellazione mediante certificato riportante la dicitura “animale proveniente da allevamento infetto di Brucellosi” da rilasciarsi a cura del Servizio di Sanità Animale della A.S.P. di Enna; identificazione immediata degli agnelli nati da madri infette i quali devono essere allevati in condizioni d’isolamento e sottoposte alle opportune prove diagnostiche; impiego del latte prodotto dai capi infetti, che deve essere isolato da quello dei restanti soggetti dell’allevamento, unicamente per l’alimentazione animale all’interno dello stesso allevamento previo trattamento termico adeguato; raccolta del latte dei capi sieronegativi in contenitori separati ed identificati con appositi contrassegni, e destinato a caseifici dotati di idonee attrezzature per essere risanato prima della lavorazione, mediante trattamento di pasteurizzazione a 71.7°C per 15 secondi o qualsiasi altro trattamento termico equivalente. Il libero utilizzo del latte prodotto in azienda potrà avvenire esclusivamente dopo la riacquisizione della qualifica sanitaria di “Allevamento ufficialmente indenne di brucellosi”; immediata distruzione con il fuoco o l’interramento, previa aspersione con apposito disinfettante, del fieno, della paglia, dello strame e di qualsiasi materiale sia venuto a contatto con gli animali infetti o con le placente; sistemazione dei letame in luogo inaccessibile agli animali, idonea disinfezione e conservazione dello stesso per almeno tre settimane prima dell’uso, che rimane comunque vietato per le orticolture. Parimenti devono essere trattati i liquami; il ripopolamento del suddetto allevamento può avvenire soltanto dopo che i soggetti di età superiore a dodici mesi abbiano fornito esito negativo a due o più prove diagnostiche ufficiali effettuate a distanza di almeno 21 giorni l’una dell’altra in modo che gli animali risultino negativi per 42 giorni consecutivamente.


Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia