Legge Finanziaria regionale, insorge il movimento cooperativo siciliano

confcooperative   Insorge il mondo cooperativo siciliano, per i pesanti tagli della Finanziaria regionale, approvata all’Ars. In una durissima nota a far sentire il profondo dissenso sono le associazioni AGCI SICILIA, CONFCOOPERATIVE SICILIA, LEGACOOP SICILIA, UNCI SICILIA. UNICOOP SICILIA.

 

“E’ bene che si sappia che questa notte, con l’approvazione della legge finanziaria, il parlamento regionale ha tolto 30 milioni al mondo della cooperazione per coprire i costi dei forestali. A nulla è valso sottolineare che quello della cooperazione è stato l’unico settore economico ad avere prodotto in Sicilia una crescita dell’occupazione del 7,1% dal 2008 al 2013, cioè in piena crisi economica. A nulla è valsa la mobilitazione diretta delle cooperative siciliane. Sono stati più attrattivi il precariato e la tabella H che, evidentemente, generano più consenso anche se ridicolizzano la Sicilia agli occhi del Paese. E poi magari si chiedono perché i nostri figli vanno via dalla Sicilia.

Quella approvata è una norma ingiusta e ipocrita a partire dal suo titolo “Impiego dei fondi Ircac inutilizzati”.  Quelle somme infatti non erano “inutilizzate” dall’istituto e dalle cooperative ma “inutilizzabili”, perché bloccate da decreti della Regione. Ed è ingiusta perché sceglie di non destinare alle cooperative siciliane risorse indispensabili per l’accesso al credito nel momento in cui la crisi economica, la stretta delle banche e l’immorale ritardo dei pagamento da parte della pubblica amministrazione le stanno privando delle risorse finanziarie indispensabili al loro sviluppo.

Ma il parlamento regionale – che pure ha trovato la forza e le motivazioni per opporsi al Governo Crocetta, e metterlo in minoranza, in materia di Interporti e Maas – non ha ritenuto, nella sua parte maggioritaria, di dovere riflettere su queste valutazioni promosse dalle associazioni del mondo della cooperazione e sostenute direttamente dalle stesse cooperative. Anzi ha addirittura incrementato di 5 milioni il prelievo rispetto all’iniziale previsione di 25 milioni.

L’impressione che ne trae il cittadino e l’imprenditore è che questo parlamento non è più in grado di rappresentare gli interessi generali e le esigenze reali della nostra Regione, stretto tra gli interessi elettorali e particolaristici e il totale distacco dai problemi reali di chi, ogni giorno, fatica per portare a casa il pane. In questo caso si tratta centinaia di migliaia di cooperatori che, quotidianamente, producono, dentro le loro imprese, spesso piccolissime, sviluppo, occupazione e servizi alla collettività. E lo fanno nonostante le difficoltà economiche e burocratiche create loro da chi gestisce la pubblica amministrazione.

Nelle prossime ore, assunti i resoconti del dibattito parlamentare, trasmetteremo a ciascuna delle cooperative siciliane, perché sappiano, l’elenco nominativo di quanti in aula hanno votato a favore del provvedimento, proposto inizialmente dal Governo e poi confermato dalla Commissione Bilancio e dall’aula. Con lo stesso obiettivo trasmetteremo i nomi di coloro i quali invece hanno provato a modificarne il contenuto. Dopodiché valuteremo, insieme ai nostri associati, le più opportune iniziative a tutela. Tra esse valuteremo anche l’opportunità di denunciare alla Magistratura quanto da noi ripetutamente sostenuto sui media, e cioè l’assurda situazione dell’IRCAC, istituto che, contrariamente a quanto prevede la legge, è immotivatamente commissariato ormai da 8 anni e così lasciato ad una gestione rispondente unicamente alla politica ed addirittura per lungo tempo senza ‘organo di controllo. Non vorremmo, anche alla luce dei fatti di questa notte, che dietro queste scelte si celasse la volontà di utilizzare l’IRCAC come bancomat e lasciarlo su un binario morto a consumarsi e morire d’inedia a danno delle cooperative siciliane e del patrimonio della stessa Regione.
Infine evidenziamo che a nostro modesto parere la norma, nel combinato articolo 12 ed articolo 30, è priva di copertura finanziaria. Segnaliamo infatti al Commissario dello Stato che, per quanto ci risulta, solo 14,8 milioni saranno effettivamente disponibili nei trenta giorni previsti dalla legge appena approvata”.

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