Valguarnera: spazzati via in un baleno sessant’anni di storia, rasi al suolo eucaliptus, cedri e pini

valguarnera villa comunale 4Valguarnera. Spazzati via in un baleno sessant’anni di storia. Il Comune decide di tagliare una decina di alberi di alto fusto della villa comunale ed è subito polemica. Giovedì mattina una squadra di operai di una ditta nissena, munita di scale e seghe ha raso al suolo alberi di eucaliptus, cedri e pini, tra lo stupore della gente che non ha gradito affatto quanto stava avvenendo. Uno dei pochi polmoni verdi del paese, la villa comunale di via Sant’Elena, punto di riferimento per tante generazioni di bambini, innamorati, anziani, spogliata di molto del suo verde naturale nel giro di mezza giornata. Un pugno nello stomaco, difficile da accettare. Uno scempio ambientale di cui se ne pagheranno le conseguenze. Una passante sgomenta per quanto stava accadendo ha gridato: “fermateli! è un sacrilegio quello che stanno facendo.” In effetti, l’impatto agli occhi di chi guarda adesso sembra davvero devastante. Nei mesi scorsi erano state tagliate parecchie palme colpite dal punteruolo e questo ci stava, ma quello che è successo giovedì non è stato digerito. Da dire però, che da anni per la scarsa manutenzione la villa comunale era diventata un bosco, ma ripulirla in questo modo, abbattendo alberi secolari, non è stato accettato. Ma che motivo c’era di intervenire così radicalmente da parte della Giunta Leanza? Lo abbiamo chiesto all’assessore comunale all’Ambiente e Verde pubblico, Giuseppe Amato- tecnico, tra l’altro, di elevata esperienza essendo stato esponente nazionale di Legambiente e assessore provinciale al ramo. Assessore, perché intervenire in questo modo? “ Da 33 anni –risponde- mi occupo di ambiente e so quello che faccio. Esisteva una relazione dell’ufficio tecnico e parecchie segnalazioni di cittadini preoccupati della pericolosità di parecchi alberi. valguarnera villa comunale  3Tutta la scarpata che guarda verso la scuola Mazzini era tra l’altro, piantumata da eucaliptus estremamente fitti e imputriditi da marciume interno nonché attaccati da insetti pericolosi. I cedri se si accorciavano producevano un doppio effetto, il primo che non sarebbero cresciuti bene, l’altro caso che nel tempo sarebbero morti. Alla gente –rimarca- non posso dare torto perché l’effetto che dà adesso la villa impressiona anche me, ma non c’era altro da fare. Purtroppo anni e anni di scarsa manutenzione finiscono col pagarsi. Quello che mi preme dire alla cittadinanza e di avere pazienza e di stare tranquilli perché c’è in itinere una seconda fase”. Cosa intende assessore: “Abbiamo riprogettato completamente la procedura arborea, con la piantumazione a breve di nuovi alberi non piccoli ma di media statura che rappresenteranno la tradizione siciliana: azeruolo, sorbo, querce, biancospino. Alberi che cresceranno velocemente nel giro di tre anni ed altri più lentamente, ma che nel tempo saranno il fiore all’occhiello della cittadina” Ma non era possibile intervenire meno radicalmente? “Un intervento meno radicale- conclude Amato- sarebbe stato come quello di quel medico pietoso che non vuole estirpare alla base la cancrena esistente e che accompagna il malato a morte sicura”. Giustificazioni che non convincono per nulla da parte dell’assessore e che della cui dolorosa vicenda sentiremo parlare molto nei prossimi giorni.

Rino Caltagirone