Museo Aidone: in mostra monili ciprioti dal Met, gioielli dal Salinas di Palermo, Metope da Selinunte

ori-salinasNel Museo Archeologico di Aidone, due mostre temporanee riempiono i vuoti lasciati dagli Argenti ellenistici, volati in America, e dagli Acroliti delle Dee Demetra e Kore che sono partiti alla volta di Palermo, per essere restaurati in attesa di rappresentare dal primo maggio la cultura e la storia della Sicilia all’EXPO di Milano.
Una assenza di peso che in qualche modo è stata compensata dagli stessi responsabili del Metropolitan Museum che hanno prestato, per i quattro anni in cui gli Argenti resteranno a NewYork, una parte del cosiddetto “Tesoro di Kourion” costituito da gioielli della “Collezione Cesnola”: una parure di orecchini in oro, con pendenti a testa femminile e a cono risalente alla prima metà del IV se. A.C.; quattro preziosissime collane del IV sec. a. C. in oro e pietre preziose; ed infine il pezzo più “moderno” della collezione, una coppia di pendenti in oro con granati e berilli a protome di delfino risalente al II – I sec. a.C..
collanaLa sinergia di Assessorato Regionale, direzione del Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo e Museo di Aidone ha permesso l’arrivo degli interessantissimi prestiti, che resteranno nel museo aidonese fino al 31 ottobre, tutti provenienti Salinas. Per il Museo di Aidone è la prima volta che vengono esposti capolavori provenienti non da Morgantina ma dai tre canti della Sicilia in una ideale ricostruzione della storia comune che si dipana dal settimo al primo secolo avanti Cristo. Si tratta di un’altra piccola collezione di monili d’oro di età ellenistica, finemente cesellati, provenienti da vari siti della Sicilia. Tra gli altri lo splendido diadema di Prizzi con raffigurazione di un corteo dionisiaco, alcune corone composte da foglie in lamina d’oro da Tindari e Gela, una parure, orecchini e pendente da Monte San Basilio in territorio di Scordia.
Il Salinas ha prestato le due preziosissime metope arcaiche, fresche di restauro, provenienti dall’Acropoli di Selinunte: fanno parte di un gruppo detto delle piccole metope, considerate le più antiche forme di arte figurativa siciliana, scolpite tra la fine del settimo e gli inizi del sesto secolo a. C.. La più antica è certamente la metopa rappresentante la cosiddetta Triade delfica. E’ composta di una ventina di frammenti, rinvenuti in tempi e in punti diversi. metope-selinunteA sinistra c’è Apollo, con la lira, al centro la madre Latona, con nella destra una corona e a destra la gemella Artemide con un arco nella mano destra. Il modellato e la resa delle figure suggeriscono una maggiore arcaicità rispetto alle altre, da notare anche la testa di prospetto e le gambe di profilo della figura di Apollo. L’altra metopa è quella più famosa della Sfinge alata: il motivo della sfinge, molto comune nell’area greca e poi latina, è documentato in Sicilia da questo unico esempio, che si può spiegare con le origini e le vicende di Selinunte. La Sfinge vi è rappresentata volta a destra, ritta sulle zampe anteriori e piegata, ma non accovacciata, su quelle posteriori; è visibile una sola ala; i capelli sono resi a calotta sulla testa con quattro trecce che scendono sulla spalla destra; la coda, straordinariamente lunga, descrive una voluta.
L’inaugurazione della mostra è avvenuta sabato scorso, vigilia di Pasqua; alla presentazione e al taglio del nastro erano presenti, oltre ai padroni di casa, la direttrice del Museo, la dott.ssa Laura Maniscalco e il sindaco di Aidone, la direttrice del Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo, la dottoressa Francesca Spatafora, il Dirigente Generale alle Attività Produttive, l’architetto Alessandro Ferrara, e il Console onorario di Cipro a Palermo, il dott. Sebastiano Provenzano.
monili-cesnola-METPer meglio contestualizzare le opere di oreficeria e creare una sorta di file rouge tra i prestiti e il sito Morgantina, un’intera vetrina è stata dedicata a interessanti reperti, provenienti dal nostro sito, che ci mostrano come qui sia documentata, non solo la presenza di gioielli e ornamenti -rinvenuti nelle tombe e rappresentati sull’abbigliamento femminile nelle numerose terrecotte figurate e soprattutto sui busti di Persefone-, ma anche l’esistenza di botteghe artigiane dove si producevano oggetti di oreficeria fin dalle epoche più antiche. È di epoca protostorica, dall’abitato di Cittadella, la forma di fusione per anelli rinvenuta in una capanna del IX sec. a.C., e di epoca ellenistica l’incudine da gioielliere rinvenuta in una abitazione del quartiere ovest nei pressi della plateia A. Dopo le terrecotte, le monete, anche la gioielleria a Morgantina merita un più importante approfondimento e rientrare, magari, tra quegli eventi annunciati dalla Maniscalco, tra cui la celebrazione del 60esimo anniversario degli inizi scavi archeologici a Cittatedda e Sedd’U Rann’ (Cittadella e Sella Orlando, le due principali contrade su cui insiste rispettivamente l’abitato protostorico e arcaico e la città ellenistica.

Franca Ciantia