A Valguarnera il sindaco rilascia un permesso scritto ad un kosovaro per chiedere l’elemosina ai propri concittadini
Valguarnera - 09/03/2016
Valguarnera. Se il segretario della Lega Matteo Salvini, chiede che gli immigrati vengano rispediti subito a casa, a Valguarnera invece c’è un sindaco che rilascia un permesso scritto ad un kosovaro per chiedere l’elemosina ai propri concittadini. Un modo diverso di fare politica?: No- chiosa il sindaco Francesca Draià- è solo “sensibilità”- Chissà cosa ne penserebbe sull’argomento il leader della Lega o la Meloni. Sicuramente non sarebbero teneri col sindaco di Valguarnera. Certo è che la “questione” ha suscitato parecchio clamore mediatico. Si perché la vicenda di Mustafà Cazim, il 59enne kosovaro autorizzato per iscritto dal sindaco Francesca Draià, a suonare i campanelli delle abitazioni per chiedere l’elemosina è su tanti giornali. Ma a destare attenzione è che agli indumenti Mustafà ha preferito quasi sempre il denaro. Tutto ciò in un periodo in cui lo scontro politico nazionale sull’immigrazione è incandescente. “Ma può un sindaco spingersi a ciò? Può autorizzare uno sconosciuto ad andare a bussare nelle case dei suoi concittadini per essere aiutato? Ha verificato chi fosse? E se se fosse stato un comune ladro? Perché il sindaco non manifesta tanta solerzia pure per i tanti indigenti locali? Sono tutte domande che si ponevano ieri mattina la gente nei bar e circoli. Sia chiaro, nessuna preclusione verso uno sventurato che ha vissuto in Patria le torture della guerra, ma solamente perché qualcosa stride col buonsenso e col momento in cui viviamo. Francesca Draià rintracciata telefonicamente minimizza: “si tratta di una sciocchezza che si vuole montare a tutti i cosi per scopi politici- ha dichiarato-. La stessa autorizzazione era stata data in precedenza dai sindaci che mi hanno preceduto e posso mostrare le varie autorizzazioni; non solo ma a quanto mi risulta lo fanno pure altri sindaci della provincia, per cui non ho da rimproverarmi nulla. Tra l’altro anche i carabinieri del luogo sono stati informati, non solo, ma Mustafà mi era stato segnalato pure dal Parroco Rizzo”. Ma ammetta!- chiediamo- non crede che sia inusuale quello che ha fatto. “Credo di no- ha risposto- ho agito secondo coscienza e secondo quanto fatto dai miei predecessori. Per quanto riguarda gli indigenti locali posso assicurarli che abbiamo già avviato i servizi di pubblica utilità e regolamentato i sussidi” Sull’argomento, chiamato in causa dalla Draià, sentiamo l’ex sindaco Leanza che ha risposto di non ricordare nello specifico di aver rilasciato permesso scritto a Mustafà Cazim, ma che tanti stranieri e indigenti venivano spesso in Comune per chiedere aiuto. “Quasi sempre –ha ricordato- li autorizzavo a fare il giro degli uffici per raccogliere qualche spicciolo e nulla più”. Più esplicito il parroco Francesco Rizzo: “In Chiesa- ha detto- si presentano giornalmente tanti poveri in cerca di aiuto, sia stranieri che italiani che concittadini. Quando mi rendo conto del reale bisogno li segnalo sempre alla Caritas e a nessun’altro. Non ricordo di aver segnalato Mustafà al sindaco. Posso solo aggiungere che qualche giorno fa incontrandolo per strada e vedendo che chiedeva l’elemosina l’ho rimproverato e l’ho diffidato dal farlo.”. Nel frattempo si è sentito pure Mustafà Kazim che è rimasto stupito del clamore mediatico: “Raccolgo solo indumenti e non soldi, che porto 2-3 volte l’anno con un furgone in Kosovo e principalmente a Pristina dilaniata dalla guerra. Ringrazio tutti i sindaci, la Chiesa e le comunità per il loro aiuto”.
Rino Caltagirone