A Valguarnera il sindaco rilascia un permesso scritto ad un kosovaro per chiedere l’elemosina ai propri concittadini

Mustafà KazimValguarnera. Se il segretario della Lega Matteo Salvini, chiede che gli immigrati vengano rispediti subito a casa, a Valguarnera invece c’è un sindaco che rilascia un permesso scritto ad un kosovaro per chiedere l’elemosina ai propri concittadini. Un modo diverso di fare politica?: No- chiosa il sindaco Francesca Draià- è solo “sensibilità”- Chissà cosa ne penserebbe sull’argomento il leader della Lega o la Meloni. Sicuramente non sarebbero teneri col sindaco di Valguarnera. Certo è che la “questione” ha suscitato parecchio clamore mediatico. Si perché la vicenda di Mustafà Cazim, il 59enne kosovaro autorizzato per iscritto dal sindaco Francesca Draià, a suonare i campanelli delle abitazioni per chiedere l’elemosina è su tanti giornali. Ma a destare attenzione è che agli indumenti Mustafà ha preferito quasi sempre il denaro. Tutto ciò in un periodo in cui lo scontro politico nazionale sull’immigrazione è incandescente. “Ma può un sindaco spingersi a ciò? Può autorizzare uno sconosciuto ad andare a bussare nelle case dei suoi concittadini per essere aiutato? Ha verificato chi fosse? E se se fosse stato un comune ladro? Perché il sindaco non manifesta tanta solerzia pure per i tanti indigenti locali? Sono tutte domande che si ponevano ieri mattina la gente nei bar e circoli. Sia chiaro, nessuna preclusione verso uno sventurato che ha vissuto in Patria le torture della guerra, ma solamente perché qualcosa stride col buonsenso e col momento in cui viviamo. Francesca Draià rintracciata telefonicamente minimizza: “si tratta di una sciocchezza che si vuole montare a tutti i cosi per scopi politici- ha dichiarato-. La stessa autorizzazione era stata data in precedenza dai sindaci che mi hanno preceduto e posso mostrare le varie autorizzazioni; non solo ma a quanto mi risulta lo fanno pure altri sindaci della provincia, per cui non ho da rimproverarmi nulla. Tra l’altro anche i carabinieri del luogo sono stati informati, non solo, ma Mustafà mi era stato segnalato pure dal Parroco Rizzo”. Ma ammetta!- chiediamo- non crede che sia inusuale quello che ha fatto. “Credo di no- ha risposto- ho agito secondo coscienza e secondo quanto fatto dai miei predecessori. Per quanto riguarda gli indigenti locali posso assicurarli che abbiamo già avviato i servizi di pubblica utilità e regolamentato i sussidi” Sull’argomento, chiamato in causa dalla Draià, sentiamo l’ex sindaco Leanza che ha risposto di non ricordare nello specifico di aver rilasciato permesso scritto a Mustafà Cazim, ma che tanti stranieri e indigenti venivano spesso in Comune per chiedere aiuto. “Quasi sempre –ha ricordato- li autorizzavo a fare il giro degli uffici per raccogliere qualche spicciolo e nulla più”. Più esplicito il parroco Francesco Rizzo: “In Chiesa- ha detto- si presentano giornalmente tanti poveri in cerca di aiuto, sia stranieri che italiani che concittadini. Quando mi rendo conto del reale bisogno li segnalo sempre alla Caritas e a nessun’altro. Non ricordo di aver segnalato Mustafà al sindaco. Posso solo aggiungere che qualche giorno fa incontrandolo per strada e vedendo che chiedeva l’elemosina l’ho rimproverato e l’ho diffidato dal farlo.”. Nel frattempo si è sentito pure Mustafà Kazim che è rimasto stupito del clamore mediatico: “Raccolgo solo indumenti e non soldi, che porto 2-3 volte l’anno con un furgone in Kosovo e principalmente a Pristina dilaniata dalla guerra. Ringrazio tutti i sindaci, la Chiesa e le comunità per il loro aiuto”.

Rino Caltagirone