Giovane pluripregiudicato catanese arrestato per furto di oltre 4.500 capi di abbigliamento e furgone ai danni di un’attività commerciale di abbigliamento Piazza Italia ad Enna Bassa

Aveva messo a segno un grosso furto ai danni di un’attività commerciale di abbigliamento ubicata in Enna Bassa, rubandovi un furgone di pertinenza dell’Azienda, e caricandovi oltre 4.500 capi di abbigliamento ma era riuscito fuggire; all’epoca dei fatti i malavitosi erano stati intercettati dagli equipaggi della Polizia di Stato, che arrestavano i suoi complici, recuperando la refurtiva, mentre lui era riuscito a dileguarsi; le successive indagini, però, lo inchiodano alle sue responsabilità, certificando la sua presenza in Enna durante il colpo insieme ai complici, determinando l’Autorità Giudiziaria ad emettere misura cautelare custodiale a suo carico; giovane pluripregiudicato catanese arrestato dalla Polizia di Stato.


Alle prime luci dell’alba, gli uomini della Squadra Mobile di Enna – diretti dal Vice Questore Aggiunto Gabriele Presti e coordinati dal Commissario Capo Dott. dott. Emanuele Vaccaro – con la collaborazione della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di P.S. di Librino, hanno arrestato in esecuzione di misura cautelare – richiesta dal Dottor Francesco Rio, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Enna che coordina le indagini, ed accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di Enna – Squillaci Francesco, classe 1982, catanese, pluripregiudicato anche per reati contro il patrimonio, in quanto gravemente indiziato dei reati di furto pluriaggravato in concorso, ex art. 110, 112, comma 1, nr. 1, 61 comma 1, nr. 5, 624 e 625 comma 1, nr. 2, 5 e 7 c.p., commesso la notte del 03 Marzo, allorquando l’odierno arrestato, unitamente ad altri complici – arrestati quella stessa notte in flagranza di reato – metteva a segno un consistente furto di abbigliamento presso un negozio sito in Enna Bassa, asportando fra l’altro un furgone di proprietà della medesima ditta, caricandovi numerosi capi d’abbigliamento provenienti da quell’esercizio commerciale.

I FATTI
In particolare, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio e di contrasto ai reati contro il patrimonio, e comunque afferenti la c.d. criminalità diffusa, la notte del 3 Marzo i poliziotti della Squadra Mobile, dell’U.P.G.S.P. e del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale – quella notte in servizio di controllo del territorio nella cittadina erea – procedevano al controllo di un furgone che, nella circostanza, appariva carico di merce/materiale, avendo la parte posteriore vistosamente abbassata. Intimato l’alt al veicolo, il soggetto alla guida del mezzo proseguiva la marcia, fuggendo in direzione dell’autostrada, mentre un altro soggetto scendeva repentinamente dal veicolo, dandosi alla fuga. Contestualmente, anche un’altra macchina, che precedeva il furgone con funzione di “staffetta”, tentava velocemente di scappare dal controllo di polizia.

Qualche centinaio di metri più avanti, però, dopo un inseguimento congiunto di più pattuglie, gli Agenti riuscivano a bloccare sia la macchina sospetta che il furgone e, una volta apertone il vano, constatavano il gran numero di sacchi neri pieni di vestiti e, per questo, fermavano i quattro occupanti dei due veicoli.

Iniziate immediatamente le indagini per ricostruire i fatti, si appurava che il furgone risultava carico di capi di abbigliamento, asportati poco prima, come lo stesso furgone, da un’attività di Enna Bassa. Dal sopralluogo effettuato presso il negozio si accertava che il cancello e le successive porte erano state forzate ed i locali commerciali erano completamente svuotati dei capi di abbigliamento e messi a soqquadro. Il furgone invece era completamente pieno di sacchi di plastica, contenenti capi di abbigliamento, oltre quattromila e cinquecento pezzi, per un valore di circa 120.000,00 Euro. All’interno del predetto furgone, altresì, si rinveniva un piccone artigianale, ed un cacciavite, attrezzi verosimilmente utilizzati dai malviventi per l’effrazione delle porte di accesso allo stabile, che venivano sequestrati dai poliziotti, anche in ordine alla contestazione del reato di cui all’art. 4 L. nr. 110/1975.

In quella occasione venivano dichiarati in arresto, in flagranza di reato: BISENTINI Valerio, classe 1990, catanese con precedenti giudiziari e di polizia per reati contro il patrimonio, anche con condanne passate in giudicato; INDELICATO Salvatore, classe 1966, catanese, con precedenti giudiziari e di polizia per reati contro il patrimonio; PALERMO Dario, classe 1987, catanese; MESSINA Francesco, classe 1986, catanese, con precedenti giudiziari e di polizia per reati contro il patrimonio, anche con condanne passate in giudicato.

La gravità del fatto di reato perpetrato dai soggetti si desumeva dalla particolare organizzazione messa in atto per finalizzare il colpo, che vedeva coinvolti diversi malavitosi, l’utilizzo di diversi veicoli, e dal fatto che venivano portati al seguito strumenti da effrazione; dai numerosi precedenti di polizia e giudiziari, di alcuni degli indagati; dalla condotta tenuta dai medesimi, che di fronte al controllo di polizia, per sottrarvisi, iniziavano una precipitosa e pericolosa fuga, percorrendo ad alta velocità la strada che dall’esercizio commerciale conduce allo svincolo autostradale della A19, vanificata soltanto dall’intervento congiunto di più unità operative che li bloccavano; dalle circostanze di tempo e di luogo, ed in particolare dall’orario notturno.

Quella notte, però, oltre ai quattro arrestati era presente almeno un quinto complice, il quale era riuscito a fuggire repentinamente dal furgone dopo il primo tentativo di controllo da parte della volante. Per tutte le ore successive, e fino alle luci dell’alba, diverse pattuglie della Polizia di Stato operarono una incessante ricerca del fuggitivo ma non riuscirono a trovarlo.

Però, le successive attività di indagine svolte dagli uomini della Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. della Squadra Mobile di Enna, attraverso un complesso lavoro di ricostruzione della presenza sul territorio della presenza di altri complici quella notte, non arrestati dai poliziotti – ed in particolare proprio quelli che alla vista dei poliziotti erano scesi dal furgone carico di merce rubata, dandosi alla fuga – attraverso l’analisi dei tabulati di traffico telefonico e delle celle di aggancio, consentivano agli investigatori di individuare il quinto complice in SQUILLACI Francesco, provandone la partecipazione al colpo, anche nelle fasi preparatorie nei giorni precedenti, e da ciò ricavandone un ruolo di rilievo nella pianificazione del furto.

Così, alla luce dell’attività di indagine, l’Autorità Giudiziaria procedente, nella persona del dott. Francesco Augusto RIO, avanzava al G.I.P. l’emissione della misura cautelare custodiale a carico dello SQUILLACI, che il Giudice accoglieva.

I poliziotti della Squadra Mobile, dunque, dopo una rapida operazione di ricerca sul territorio raggiungevano lo SQUILLACE a Catania e lo arrestavano, accompagnandolo presso l’abitazione, per rimanervi, in regime di arresti domiciliari.