Piazza Armerina, Gela, Niscemi e Licodia Eubea ricorrono al Tar per bloccare le prossime elezioni provinciali
Enna-Politica - 19/10/2018
Quattro comuni, che nel 2015 hanno aderito con referendum alla città metropolitana di Catania, ricorreranno al Tar per bloccare le prossime elezioni provinciali che l’Ars si accinge a fissare per febbraio del 2019. Si tratta di Gela, Niscemi, Piazza Armerina e Licodia Eubea. Ad annunciarlo, i componenti dei rispettivi comitati promotori i quali intendono così protestare contro il rifiuto opposto martedì scorso dalla prima commissione dell’assemblea regionale all’emendamento aggiuntivo con cui un deputato gelese, Nuccio Di Paola (M5s) proponeva a loro nome di inserire nel ddl 367 (“norme in materia di enti di area vasta”) la presa d’atto degli iter di adesione a Catania dei quattro comuni in questione, secondo la legge di riforma delle province siciliane n. 15 del 2015 e definire i conseguenti nuovi confini degli enti intermedi prima del voto. Il ricorso scatterà non appena fissata la data delle votazioni. Intanto stanno per partire le lettere di diffida nei confronti dell’Ars e del governo regionale perchè “dopo 6 anni e 11 passaggi legislativi – scrivono in una loro nota – cambia il nome dell’ente intermedio (provincia regionale, libero consorzio di comuni, area vasta) per poi chiudere, come nel gioco dell’oca, tornando alla casella di partenza: provincia regionale”. Uno striscione di protesta è stato esposto stamani davanti alla sede del
comitato di Gela con un’esortazione ai politici: “Onorate gli impegni”. Tra i più contestati il governatore Nello Musumeci e il suo vice, Gaetano Armao, ex legale dei comitati promotori.
A dar manforte il portavoce del Comitato Pro Referendum Piazza Armerina Salvatore Murella: “A breve verranno inviati gli atti stragiudiziali di diffida e messa in mora a provvedere, già stilati, sottoscritti e pronti per essere indirizzati agli interessati del Governo e dell’ARS – sottolinea Murella. Valuteremo se diffidare alcuni Ministri del Governo nazionale. Non più una battaglia solo territoriale, ma democratica. Il rispetto delle volontà popolari – continua – è alla base di una democrazia, è la chiave per lo sviluppo. Appare ormai chiaro che, almeno in Sicilia, le comunità di Gela, Piazza Armerina e Niscemi, dovranno rivitalizzare la democrazia con il defibrillatore, sappiamo che è dura – conclude – ma ci riusciremo”.