Bonaccini “Calcio patrimonio sociale e industriale Paese”

“Abbiamo agito nel pieno rispetto del decreto e delle specificità del ministro con il quale ieri mi sono sentito al telefono. Ci siamo confrontati, altro non posso dire”. In un’intervista al Corriere dello Sport, il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, rivela di aver sentito Spadafora in merito all’ordinanza che ha dato il via libera agli allenamenti individuali per gli sport di squadra. Un assist preso al balzo da Bologna, Parma e Sassuolo e poi da altre regioni. “Abbiamo usato il buonsenso, prima di arrivare all’ordinanza ho parlato con i dirigenti di Bologna e Sassuolo e ci siamo trovati su un punto, l’evidente riduzione del rischio se i calciatori si alleneranno individualmente e secondo criteri molto precisi in spazi chiusi e protetti piuttosto che in un parco pubblico. Mi ha fatto piacere che alcuni colleghi siano approdati con altrettanta rapidità e decisione alle stesse conclusioni. Non riesco a pensare a Ronaldo che corre al parco inseguito dai tifosi che gli chiedono l’autografo, non ce la faccio proprio. Buonsenso e conoscenza, niente di più. Il calcio è un patrimonio sociale del Paese, ha bisogno di attenzioni speciali per ciò che esprime e vale in termini economici e di popolarità. Non sono andato contro il ministro, che ha la mia fiducia. L’Emilia-Romagna è permeata di sport, non solo di calcio, abbiamo peraltro 4 società che ci rappresentano in A, un primato nazionale”.
“Per noi – ha aggiunto Bonaccini – lo sport è un veicolo importantissimo anche in termini di promozione del territorio, non a caso Davide Cassani collabora con noi. Siamo la regione che l’anno scorso ha organizzato il maggior numero di manifestazioni sportive, 5 tappe del Giro d’Italia con la partenza da Bologna, e non dimentico l’Europeo Under 21 con tre nostri stadi impegnati”. Calcio e pallavolo per lui “sono le passioni più forti, le più radicate”, ha giocato a calcio (“Ero un attaccante centrale”), tifa “Juve e Modena” e sulla ripartenza del campionato dice: “Se ci saranno le condizioni, per l’importanza che riveste il calcio nel sistema Italia, sono favorevole. La parola agli esperti, ma non solo. I tempi li detta il virus, è opportuno tuttavia iniziare a conviverci, non vedo alternative. Confido nel vaccino, nel fatto che presto sia scoperto ma non posso andare oltre la speranza. Viviamo una condizione di estrema incertezza e la politica ha il dovere di indicare al Paese il percorso da seguire. Mi stupisce che in due mesi lo sport non abbia ancora trovato un protocollo sanitario condiviso. L’Emilia-Romagna stanzierà 3-4 milioni per favorire le iscrizioni alle società sportive dei ragazzi dai 6 ai 16 anni. Attraverso dei voucher da 150 euro l’uno. Pensiamo di aiutare le famiglie in difficoltà che desiderano far praticare uno sport ai figli quanto le società che vivono di volontariato. La consideriamo un’idea di futuro”.
(ITALPRESS).

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