Gagliano C.to: Cristian, a soli 8 anni, suona il tamburo all’alba annunciando la festa del patrono

Gagliano. Tutte le mattine di agosto, Gagliano viene svegliato dal suono del tamburo, che percorre le vie del paese annunciando la festa del patrono che sta per arrivare.

Un’antichissima tradizione risalente al 1598, con la quale si invitavano i contadini a recarsi in fretta nei campi per fare ritorno puntuali e partecipare alla messa pomeridiana dedicata a San Cataldo. Nella società contadina, le giornate erano scandite dai suoni: quello del tamburo all’alba e le campane che suonavano tre volte: la prima quando l’ombra della Rocca raggiungeva la chiesa Sant’Agostino; la seconda quando si allungava sulla via Monterillo; e la terza quando toccava contrada Milana. Queste antiche tradizioni testimoniano la fede di una comunità che basava tutto sulla fede cristiana. Ancora oggi, seppure in un contesto totalmente mutato, si tramanda la tradizione del tamburo alle 6 del mattino per annunciare la gioia della festa che sta per arrivare. Il percorso è identico a quello della processione del 29 mattina. Da qualche anno la tradizione è stata raccolta da giovanissimi che, con spirito di sacrificio e grande passione, vogliono diventare protagonisti di questo momento così importante per il paese.

Quest’anno, per la prima volta, un bambino di appena 8 anni, Cristian Bentivegna, ha voluto vivere questa esperienza insieme a Gioele Bisignano di 12 anni, Carmine Avino di 13 e Giuseppe Catania, veterano, da anni custode di questa tradizione. Il più piccolo del gruppo, Cristian, va a scuola di tamburo da quando aveva 4 anni ed è iscritto alla banda. Tutte le mattine si sveglia con grande entusiasmo alle 4, per intraprendere il percorso mattutino che si concluderà davanti alla chiesa Madre poco prima delle 8.

Valentina La Ferrera