I lavori alla Panoramica, forse è la volta buona

Il Commissario del Libero Consorzio comunale di Enna Di Fazio, il cui incarico scadrà il prossimo 31 agosto e non potrà più essere rinnovato a seguito della sopravvenuta scelta del legislatore regionale di nominare solo dirigenti dell’amministrazione regionale, ha certamente avuto il merito d’incanalare nei giusti binari tecnici ed amministrativi, la perizia di variante suppletiva dei lavori di ricostruzione del tratto della SP 28 “Panoramica” per un importo pari a 9 milioni. E, in questo senso, non nasconde la propria soddisfazione per lo stato di avanzamento dell’iter.

Un appalto dall’iter sfortunato

I lavori sono stati oggetto di affidamento a mezzo di procedura con appalto integrato (progettazione ed esecuzione) da parte del Libero consorzio comunale di Enna, già Provincia Regionale di Enna, per il quale è risultata aggiudicataria il 24/12/2018 la società S.C.S. Costruzioni Edili s.r.l., Società Unipersonale. Il progetto esecutivo è stato sviluppato nel pieno rispetto delle scelte progettuali contenute nel progetto definitivo posto a base gara, originariamente sviluppato per la ricostruzione dei soli tratti crollati nel febbraio 2009 e successivamente integrato ed aggiornato in seguito al 2° crollo del 2015. I lavori, iniziati in data 16/07/2020 sono stati poi sospesi a seguito del 3° crollo avvenuto nella notte del 24/11/2020.

Le indagini geologiche

L’odierno progetto di variante suppletiva si è potuto redigere solo dopo avere preso la decisione, in sede di conferenza di servizi, di demolire totalmente le arcate del viadotto. La precarietà dell’infrastruttura è stata infatti dimostrata dai diversi crolli a cominciare dal 1° del febbraio 2009. Il 2° crollo si è registrato nel 2015 e il terzo, come detto, a novembre 2020. I commissionati approfondimenti geologici, dai quali è emersa l’impossibilità d’incrementare le caratteristiche di resistenza meccanica delle originarie pile in muratura, hanno quindi suggerito di far cambiare totalmente rotta al progetto originariamente previsto e finalizzato al consolidamento dei tratti crollati.

La compatibilità con il vincolo paesaggistico

La scelta di progettare la demolizione totale del viadotto e la sua ricostruzione si è potuta prendere per l’assenza di vincoli stringenti. L’area interessata dalla SP 28 è gravata solo dal vincolo paesaggistico “Valle Scaldaferro” e non anche da vincoli storico-architettonici che ne avrebbero impedito la demolizione. La costruzione della strada fu infatti realizzata dal Provveditorato alle Opere Pubbliche a seguito del progetto approvato in data 13/11/1957.

Il nuovo progetto

Il nuovo progetto prevede quindi la totale demolizioni delle parti del viadotto non crollate con ricostruzione delle stesse in cemento armato, l’adeguamento strutturale dei tratti in rettilineo tramite demolizione e ricostruzione dei muri sottoscarpa e l’adeguamento del tracciato stradale alla normativa vigente (con allargamento delle parti in curva) al fine conferire valenza di protezione civile all’opera. Il progetto prevede quindi il ripristino della geometria dell’opera in maniera rispondente alle strutture esistenti, con una demolizione controllata delle parti attualmente ancora esistenti (viadotto 1 e parte dei viadotti 2 e 3). Tutti i muri di sostegno esistenti realizzati in pietrame verranno demoliti e ricostruiti con strutture in c.a. fondati su pali. Approvato anche questo (si spera ultimo) progetto dalla conferenza di servizi appositamente convocata, potranno essere ripresi i lavori per consegnare alla città e ai suoi ospiti un’opera strategica per la viabilità attesa da 14 lunghi anni.

Massimo Greco