L’area interna Troina c’è, adesso tocca alla classe dirigente locale

Ora ci vuole una classe dirigente all’altezza del compito nell’attuazione della strategia di sviluppo
territoriale dell’Area Interna Troina, che è stata approvata dall’assemblea di sindaci svoltasi a Leonforte l’1
ottobre.

Si è conclusa una fase di un processo di lunga durata. Ora si apre la fase della dell’attuazione della strategia, che richiede il coinvolgimento delle comunità di questa vasta area estesa 1355 km quadrati in cui ricadano 14 comuni con una popolazione complessiva di 82 mila abitanti.

Il laboratorio di progettazione

E’ previsto nella strategia (pag. 38) “un Laboratorio di progettazione partecipata” allo scopo di coinvolgere quanto più soggetti possibili. Attraverso una partecipazione piena e consapevole verrà data a tutti i partecipanti la possibilità di formulare proposte e prendere parte attivamente ai processi decisionali”. E’ prevista inoltre la costituzione di “Gruppi di Lavoro Tematici a supporto della Governance dell’Area e dell’Ufficio di Piano insediato” (pag. 33).

La partecipazione degli enti locali

Tutto questo richiede, in primo luogo, la partecipazione della classe dirigente locale intesa in senso lato per far crescere e sostenere il futuro dell’Area Interna Troina. Della classe dirigente fanno parte tutti quelli
che ricoprono incarichi di responsabilità nelle comunità locali e assolvono a funzioni essenziali nell’amministrazione del territorio, nell’istruzione, nella sanità pubblica (sindaci, segretari comunali,
dirigenti scolastici, medici di base).

La classe dirigente “pendolare”

Molti di loro sono spesso di passaggio perché vivono fuori dal territorio dell’Area Interna Troina e fanno una vita da pendolari. I loro interessi sono altrove e cercano sedi più allettanti dove trasferirsi. E quando le trovano, se ne vanno. Molti sono scettici e disinteressati alle sorti del territorio e delle comunità in cui svolgono il proprio ruolo. C’è bisogno di una classe dirigente che senta di impegnarsi in quei sofisticati e faticosi processi sottesi alla strategia, che richiedono un ampliamento dell’orizzonte ed una ridefinizione di senso della funzione pubblica ricoperta.

E’ emersa nel corso dell’elaborazione della strategia la questione di formazione e attivazione della classe dirigente locale. Leadership e qualità della classe dirigente non si creano per decreto. Occorre capire cosa fare per mobilitare le élites locali perché i percorsi di sviluppo locale dipendono sempre meno da scelte fatte dal centro. Appare sempre più cruciale il protagonismo dei soggetti istituzionali locali che sappiano sviluppare esperienze di cooperazione innovativa.

Silvano Privitera