Sicurezza in città, allarme della Commissione antimafia

Sono la sicurezza urbana e la tutela dell’ordine pubblico tra le principali preoccupazioni manifestate dai sindaci alla Commissione parlamentare regionale antimafia che, stamane, a Palermo, hanno reso nota la loro relazione.

Le aggressioni a Enna

Nelle ultime settimane, si sono verificate ad Enna alcuni episodi inquietanti: l’ultimo in ordine di tempo, ai danni di una donna che è stata rapinata e sequestrata da due persone. La vittima è stata costretta con la forza a salire nella loro auto per dirigersi nella sua abitazione allo scopo di sottrarle gioielli e denaro, come da lei denunciato agli agenti di polizia. E poi c’è il pestaggio ai danni di una ragazzina, che, secondo alcuni testimoni, sarebbe stata aggredita dai suoi stessi compagni. Per non parlare di altre aggressioni, tra cui uno avvenuta in pieno centro, nei mesi scorsi, che ha visto coinvolti un giovane ed altre due persone, in prossimità di un pub.

Le richieste alla Regione

Secondo quanto emerso dalla relazione della Commissione regionale parlamentare antimafia, di cui fa parte il deputato del Pd, Fabio Venezia, ex sindaco di Troina, questi episodi sono anche causati “dalla carenza cronica di personale qualificato e di agenti municipali e dall’assenza di sistemi di video-sorveglianza che richiedono costi di installazione e manutenzione fuori dalla portata delle casse dei comuni siciliani” spiegano i componenti della Commissione.

Telecamere a Enna

Nei giorni scorsi, il Comune di Enna ha annunciato un ampliamento del sistema di videosorveglianza in città nell’ambito del progetto chiamato Enna città sicura.

In ogni caso, la Commissione chiederà al governo regionale, così come fatto con una risoluzione urgente per i comuni della “fascia trasformata” di estendere a tutti i territori, in particolare a quelli in dissesto economico, le tecnologie utili a tutela della sicurezza e della legalità.

Il lavoro della Commissione

Quasi tremila i chilometri percorsi dalla commissione per i nove incontri svolti nelle sedi prefettizie dell’Isola, eccezion fatta per i comuni di Favara, Acate e Castelvetrano, scelti per un peculiare tratto criminale, o, come nel caso di Castelvetrano, perché all’indomani della cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro. Nel corso dei nove incontri con i prefetti sono stati sentiti dalla commissione antimafia: 19 procuratori capo, 4 procuratori antimafia, i questori, i comandanti provinciali della guardia di finanza e dei carabinieri, nonché i vertici delle direzioni investigative antimafia delle singole province.

Gli appalti

Per quanto riguarda il tema degli appalti e l’affidamento di servizi pubblici è emerso come spesso non serva neanche la connivenza di politici e funzionari, ma è sufficiente la disattenzione di chi dovrebbe vigilare, o una certa confusione normativa, come nel caso dei subappalti, dove sempre più preoccupante appare la caratteristica di servizi affidati a imprese costituite per svolgere singole attività senza che le stesse abbiano una storia imprenditoriale a garanzia della qualità dei lavori e della realizzazione degli stessi.

La droga

Lo spaccio è spesso l’unica vera fonte di reddito per interi quartieri segnati dal degrado. Numerosi sono gli episodi di violenza e criminalità registrati sia per la ripartizione delle piazze che per i reati commessi da chi consuma droga, con conseguente aumento di fenomeni come baby gang ed episodi di prostituzione anche minorile.