Padre morto con una fucilata, figlio condannato a 3 anni

I giudici del Tribunale della Corte di Assise di Caltanissetta hanno condannato a 3 anni di reclusione Giuseppe Spataro 41 anni, per la morte del padre, Salvatore Spataro, deceduto il 7 ottobre del 2017 nell’abitazione di famiglia a Barrafranca con un colpo di fucile.

L’arresto e la tesi della Procura

Nel gennaio del 2018, venne disposto l’arresto dell’imputato, accusato di omicidio ed il pm della Procura, nel corso della sua requisitoria, come riportato dal quotidiano La Sicilia, aveva sollecitato la pena dell’ergastolo ma i giudici hanno riqualificato il reato in omicidio colposo, sostenendo la tesi della tragedia.

Secondo quanto prospettato dai magistrati, l’uomo, in quella drammatica giornata, consumatasi nell’abitazione di famiglia, avrebbe preso un fucile semiautomatico Benelli, detenuto regolarmente, ed avrebbe sparato al padre 68enne, ferito mortalmente al torace, per poi tentare il suicidio, esplodendo due colpi all’addome e alla mandibola.

La nuova ricostruzione

Ma nel corso del processo sarebbe emersa un’altra ricostruzione, quella che poi ha convinto i giudici a ridimensionare le responsabilità dell’imputato: stando a quest’ultima dinamica, Giuseppe Spataro avrebbe provato a farla finita e dopo aver sentito lo sparo il padre sarebbe corso verso il figlio e nel tentativo di sottrargli l’arma sarebbe partito un colpo che gli causò la morte.

A quel punto, Giuseppe Spataro avrebbe tentato, per la seconda volta, di suicidarsi ma anche in questo caso si procurò una grave ferita. Una delle testimoni chiave è la madre dell’imputato, che chiamò i soccorsi dopo quella tragedia.

Il biglietto

Giuseppe Spataro fu condotto all’ospedale di Caltanissetta per essere sottoposto ad un intervento chirurgico e nei suoi pantaloni i carabinieri, a capo delle indagini, trovarono un biglietto nei pantaloni dell’imputato in cui c’era scritto “E’ tutta colpa mia magari avrei ascoltato mio padre”.