Il minore ennese picchiato per salvare una ragazzina, il padre, “querelati 7 giovani”

Sono una ventina in tutto i protagonisti della brutale aggressione avvenuta l’8 settembre a Calascibetta da parte di un branco di ragazzi ai danni di un 17enne ennese. “Noi ne abbiamo querelati 7 dopo esserci accertati della loro identità grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza” assicura a ViviEnna il padre della vittima, l’avvocato Francesco Occhipinti che tiene a ringraziare i carabinieri per il supporto dato in questa drammatica vicenda.

Ci sono minori

Tra questi ci sono, come riferisce lo stesso Occhipinti, anche dei minorenni, per cui anche la Procura dei minori di Caltanissetta ha in mano un fascicolo. Non si conoscono ancora i reati formalizzati dai magistrati ennesi nei confronti degli aggressori del 17enne ennese ma la famiglia della vittima ne ipotizza alcuni, tra cui lesioni, violenza privata e tentato omicidio, minacce aggravate e sevizie.

La ricostruzione del pestaggio

La brutale aggressione è stata ricostruita dalle telecamere di sicurezza della zona. “Mio figlio si era recato insieme -dice l’avvocato Occhipinti – ad altri amici a Buonriposo e lì ha conosciuto una ragazza, anch’essa minorenne, residente a Torino e tra i due è nata simpatia. Hanno prima mangiato un boccone, poi hanno iniziato a ballare, considerato che c’era musica da discoteca, ed infine si sono appartati in un parco. Dopo 10 minuti, si sono presentati quei ragazzi che rivolgendosi a mio figlio lo hanno esortano ad andarsene, a tornare ad Enna, ma con minacce chiare: “vatinni ca ti scannamu”.

Il coraggio del 17enne ennese

La ragazzina, molto impaurita ma al tempo stesso pronta, avrebbe rassicurato quei ragazzi, spiegando che il 17enne ennese era suo fratello, per cui la questione sembrava chiusa poi una sorta di paciere, un giovane di Calascibetta, che avrebbe dovuto placare gli animi del branco, avrebbe, invece, aizzato i suoi amici contro l’ennese, tirato via da qualcuno, forse un commerciante per salvarlo da un probabile pestaggio. Solo che la ragazzina sarebbe rimasta in mezzo a quel gruppo, “da qui la decisione di mio figlio di andare in suo soccorso, temendo che per lei potesse finire male”.

Una mossa eroica che, però, gli è costato il brutale pestaggio. “Per fortuna – dice l’avvocato Occhipinti – è andata bene, del resto era solo contro tantissimi ragazzi” ma qualcuno, durante quelle violenze, ha creato un varco, consentendo al 17enne di scappare e mettersi in salvo.