Irpef. Su convocazione Consiglio comunale di Cerami, competenza a vigilare è dell’Assessorato regionale delle autonomie locale

Sulla vicenda della delibera proposta dai consiglieri Michele Mongioj, Maria Grasso, Michele Petronaci, Ermanno Schillaci, Domenico Proto e Flavia Pirrello per abrogare l’addizione comunale all’Irpef e approvata dal Consiglio comunale l’8 maggio convocato dal presidente Giuseppe Lombardo su diffida del prefetto di Enna, Maria Carolina Ippolito, del 4 maggio, è intervenuto l’assessore regionale delle autonomie locali, Andrea Barbaro Messina, con la lettera del 10 maggio, per precisare che è di sua competenza la vigilanza sugli enti locali in Sicilia e no dei prefetti. La proposta delibera è stata approvata dal consiglio comunale nonostante i pareri contrari del segretario comunale Filippo Ensabella, del ragioniere Nicola Costae del revisore dei conti Faro La Monica. Il segretario comunale ha motivato il suo parere negativo con il fatto che a Cerami, il 28 e 29 maggio, i cittadini eleggeranno sindaco e consiglio comunale e che, dal 45° giorno antecedente a questa data, il consiglio comunale può essere convocato solo per adottare atti urgenti ed improrogabili. Secondo Ensabella, la proposta di delibera non presenta gli estremi di urgenza ed improrogabilità. Per ragioniere e il revisore dei conti, la proposta di delibera non poteva essere trattata dal consiglio comunale perché non è accompagnata dallo schema di bilancio di previsione 2023/2025 e dal documento unico di programmazione. Sono questi i motivi per cui Lombardo non aveva accolto la richiesta di convocazione del consiglio comunale fatta dai 6 consiglieri di opposizione. Questi, pensandola diversamente, si sono rivolti al prefetto di Enna per chiedergli un suo intervento sostitutivo.




Per competenza hanno inviato all’assessorato regionale delle autonomie la lettera recante questa richiesta al prefetto. Non è facile prevedere quali sviluppi avrà questa aggrovigliata vicenda. Non è da escludere che si ricorrerà al Tribunale amministrativo regionale per sbrogliarla questa matassa. Se non ci fosse stata la diffida del prefetto di Enna, Lombardo non avrebbe convocato il consiglio comunale.
Silvano Privitera