Rifiuti Enna. SiciliAmbiente: collocazione in mobilità per tutti i 473 dipendenti. Sindaci veri colpevoli del disastro

Enna. In tutte le riunioni dell’assemblea dei sindaci dell’Ato Rifiuti era stato detto con forza e a chiare lettere che avrebbero salvaguardato i posti di lavori dei dipendenti di SiciliAmbiente e dell’Ato Rifiuti. Martedì – a sorpresa ma non tanto – il rappresentante legale della società SiciliAmbiente, che gestisce in provincia di Enna il servizio di raccolta dei rifiuti, ha inviato a tutti i rappresentanti sindacali provinciali e di categoria una lettera dove si comunica che è stata avviata la procedura di collocazione in mobilità da parte della società per tutti i 473 dipendenti della società, così come aveva stabilito l’assemblea straordinaria dei soci il 21 aprile scorso. Una vera e propria “mazzata” che sicuramente provocherà delle reazioni inconsulte con problemi di ordine pubblico perché questi lavoratori non solo non hanno ricevuto le mensilità arretrate di tre mesi, ma addirittura si trova licenziati con il 29 luglio prossimo, quando SiciliAmbiente non sarà più operativa.
L’Assemblea straordinaria dei sindaci, in maniera sconsiderata e per certi aspetti superficiale, ha deciso di sciogliere anticipatamente la società e metterla in liquidazione; autorizzare i liquidatori, al fine di evitare emergenza sanitaria e problemi di ordine pubblico, di cessare il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti entro il termine massimo del 31 luglio. Siccome il 29 luglio cessa l’iscrizione di SiciliAmbiente dall’Albo dei Gestori saranno effettuati i licenziamenti di 473 dipendenti. L’impedimento a svolgere attività imprenditoriale da parte della società e quindi è tale da non adottare misure idonee a porre rimedio alla situazione. Viene anche comunicato che la società, essendo stata messa in liquidazione, non è in condizione di programmare misure per poter fronteggiare le conseguenze che si possono verificare sul piano sociale dell’attuazione del programma di mobilità. Immediata la risposta delle organizzazioni sindacali, che hanno allertato il prefetto Giuliana Perrotta, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, l’Ato rifiuti, l’assessore regionale al ramo, il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, tutti i sindaci dei venti comuni , il direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro, i segretari regionali della Cgil, Cisl e Uil, i quali hanno comunicato di essere “fermamente contrari” a qualsiasi procedura che punti all’azzeramento, in provincia di Enna, di “questo considerevole numero di posti di lavoro”, perché di fatto si butterebbero sul lastrico circa 500 famiglie. E’ stato chiesto un incontro per cercare di trovare “percorsi alternativi ai licenziamenti”. Pare che un incontro sia stato programmato con il presidente di SiciliAmbiente Giovanni Barbano e con la commissione di liquidazione dell’Ato Rifiuti da parte dia autorevoli rappresentanti del mondo politico-amministrativo per vedere se è possibile trovare delle soluzioni che possano scongiurare questi licenziamenti.

La comunicazione dell’avvio della procedura di collocazione in mobilità dei 473 dipendenti di SiciliAmbiente, la società che gestisce attualmente il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, entro il 29 luglio prossimo per scioglimento anticipato della società da parte dell’assemblea dei sindaci è sicuramente un atto sconsiderato che probabilmente comporterà problemi di ordine pubblico oltre a mettere in pericolo le condizioni igienico-sanitarie dell’intero territorio provinciale. In questi giorni molti si stanno attivando per cercare di arrivare ad una soluzione che sia meno traumatica rispetto ai 473 licenziamenti, ma è anche vero che i sindaci hanno condotto la gestione di questa società in maniera sconsiderata , preferendo arrocarsi dietro a giustificazioni infantili e poco reali. Il “tarlo dell’assunzioni” sia a SiciliAmbiente che all’Ato Rifiuti ha sempre condizionato i loro comportamenti ed ha ragione l’assessore regionale Carmelo Russo quando dice che “i sindaci sono i veri colpevoli del disastro di EnnaEuno o Ato Rifiuti e SiciliAmbiente” perché mai hanno cercato di risolvere il problema, mai hanno cercato di far pagare le bollette ai propri concittadini, magari applicando le tariffe del 2003, preferendo, invece, accedere al “fondo di rotazione” per far vivere loro e le due società una vita difficile, fatta di ostacoli, di precarietà. Il mancato pagamento delle bollette, anche ridotte, ha comportato una situazione finanziaria precaria, probabilmente un modus operandi voluto per far fallire tutto il sistema rifiuti, convinti come sono che se la gestione passa ai comuni tutto diventa più facile ed economico. Tutti, dal consiglio provinciale, nella sua interezza, a tutti i sindaci dei venti comuni, nelle varie riunioni, hanno affermato che “i posti di lavoro dovranno essere garantiti” ed è stata la più grossa e manifesta bugia che hanno potuto dire perché c’era sempre “il tarlo delle assunzioni” a condizionare il loro operato ed ora si è arrivate alla fine di una “tragedia annunziata” dal punto di vista socio-economico perché si va a condizionare la vita di 473 famiglie e nel contempo la provincia di Enna diventerà peggio di Napoli perché qui sicuramente non verrà a Berlusconi a salvare il salvabile. E’ facile dire e deliberare, in maniera sconsiderata, lo scioglimento della società e la messa in mobilità degli operai e tra l’altro a deliberarlo non sono stati tutti i sindaci, ma non si è valutato il dopo licenziamento, quali saranno gli effetti negativi, chi si addosserà l’onere del servizio di raccolta dei rifiuti, chi dovrà effettuare questo servizio. La deputazione nazionale e regionale, nella sua interezza, senza evasione, al diritto-dovere di intervenire per cercare di salvare il lavoro di questa gente, che aspetta il pagamento delle spettanze di tre mesi, eppure continua a lavorare, sperando che la spada di Damocle di questi licenziamenti possa essere eliminata, ma per fare questo ci vuole coraggio e coerenza, qualità che sino ad ora i sindaci non hanno mai avuto.