Rifiuti Enna. Da luglio in mobilità i dipendenti di SiciliAmbiente

Martedì prossimo dovrebbe riunirsi l’assemblea dei soci dell’Ato rifiuti per decidere sul futuro della società SiciliAmbiente, che sino ad ora ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, e dei 473 dipendenti , che, allo stato attuale, si trovano ad aspettare il pagamento delle spettanze arretrate, ma che hanno ricevuto un preavviso di avvio di procedura di collocazione in mobilità che dovrebbe scattare il 29 luglio, quando la società sarà messa in liquidazione e, quindi, la cessazione d’iscrizione della società nell’albo dei gestori. Si tratta di un atto devastante e penalizzante per tutto il territorio ennese in quanto si fa scomparire una società di cui gli stessi sindaci sono proprietari, di una società che per la sua natura di società mista non ha tra le sue priorità quella di ricerca dell’utile.
Un vero salto nel buio per quanto riguarda il servizio di raccolta dei rifiuti in quanto il 30 luglio non si saprà chi dovrà effettuare il servizio perché è anche evidente che una eventuale gara di appalto per l’assegnazione del servizio consentirà a società specializzate nel settore di effettuarlo ma anche di avere un utile. Mettere in liquidazione una società come SiciliAmbiente, perché tutti i sindaci, nessuno escluso, erano condizionati dal “tarlo delle assunzioni fatte da altri”, è un grosso errore non tanto per le qualità della società che è stata la prima società mista del Meridione d’Italia, non tanto per le qualità professionali del suo personale , riconosciute anche da comuni fuori provincia come Gravina, San Coni, Mirabella Imbaccari, San Michele di Ganzeria , quanto per il fatto che ad essere proprietari sono gli stessi sindaci e la Provincia regionale, perché se è vero che il servizio costava e costa intorno ai 23 milioni di euro, con altro gestore salirebbe a 30 milioni euro. I sindaci, per una volta tanto, martedì dovrebbero prendere delle decisioni ponderate, invece di “scappare” o di “non presentarsi alla riunione” quando c’è da affrontare problemi reali, legati alla società ed al servizio di raccolta; quando c’è da inviate i consigli comunali a decidere sull’entità delle bollette, a inviare le bollette stesse agli utenti perché senza soldi il servizio non può andare avanti e non si può sempre sperare nel fondo di rotazione perché sono sempre soldi che dovranno pagare prima o poi gli stessi comuni e tutto questo i sindaci lo sanno. Ato Rifiuti e SiciliAmbiente sono entità che possono essere salvati, basta il buon senso e la capacità di leggere in chiaro la situazione “rifiuti” in provincia di Enna dove il problema è stato sempre guardato con l’obiettivo di non risolverlo; bisogna anche che si sforzino per evitare che con la liquidazione della società si buttino in strada 473 lavoratori. Un gruppo di lavoratori del servizio di bollettazione da alcuni giorni ha deciso di effettuare lo sciopero della fame.