Piazza Armerina. Morte in utero di feto, due medici dell’ospedale di Enna iscritti nel registro degli indagati

Enna. Presso l’obitorio del cimitero di Enna, il medico legale Fabrizio Vanadia di Catania, a cui la Procura della Repubblica di Enna, ha affidato l’incarico, ha effettuato l’autopsia sul corpo della bambina, nata morta, presso il reparto di Ostetricia dell’Umberto I, il 28 aprile scorso, alla presenza del professor Emiliano Maresi dell’Università di Palermo, che è il consulente della signora A.G. di 29 anni di Piazza Armerina, mentre i due medici, iscritti nel registro degli indagati a seguito delle indagini effettuati, ed appartenenti all’ospedale Umberto I , tramite i loro difensori avvocati Giovanni Palermo, Giuliana Conte e Patrizia Di Mattia, hanno nominato come consulente il medico legale dottor Guarrera di Catania. I due medici sono accusati di omicidio colposo perché non hanno seguito le procedure regolamentari per far partorire la donna, tenuto conto delle sue condizioni. Ad aprire l’inchiesta sulla morte della bambina è stata la Procura della Repubblica di Enna, ed in particolare il Sostituto Procuratore Francesco Rio, affidando le indagini alla componente PG dei carabinieri, che hanno avuto la possibilità di interrogare personale dell’ospedale Umberto I e del Chiello di Piazza Armerina, oltre a sequestrare la documentazione relativa ai ricoveri che la signora A.G. ha effettuato a Piazza Armerina ed Enna. La gravidanza della signora A.G. era a rischio perché la stessa soffre di pressione arteriosa. Sui vari accertamenti endoscopici e sui diversi ricoveri si stanno effettuando ulteriori controlli, e si sta verificando anche il controllo del registro dei ricoverati dell’ospedale Umberto I nel reparto di Ostetricia, perché ad un certo punto era stato detto da parte della direzione dell’ospedale che la signora aveva rifiutato il ricovero in ospedale, nonostante fosse stata consigliata di rimanere nel reparto dell’ospedale ennese. Erano stati effettuati tre indagini endoscopici, in uno il battito della bambina si sentiva abbastanza bene, poi il 26 il battito non si sentiva più . Il difensore della coppia armerina sostiene che la signora A.G. aveva chiesto di partorire con il taglio cesareo ed è chiaro che si tratta di una dichiarazione molto importante in questa vicenda. L’autopsia, effettuata ieri pomeriggio, dovrebbe chiarire molte cose e dare delle risposte certe sulle cause che hanno provocato la morte della bambina e se questa morte poteva essere evitata. La vicenda ha suscitato molto interesse anche perché il reparto di Ostetricia dell’ospedale Chiello di Piazza Armerina è al centro di una disputa politico – amministrativa, dopo la decisione di far cessare l’attività nel reparto.




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