Per i Tribunali di Enna e Nicosia è “guerra per la sopravvivenza”, che potrebbe lasciare solo macerie

Alcuni avvocati del Foro di Enna sul piede di guerra, dopo che ieri si è diffusa la notizia dell’esposto presentato in sede di tavolo tecnico dai colleghi di Nicosia, che potrebbe portare alla chiusura del “palazzaccio” ennese, se risultassero accertati i rilievi contestati. Gli avvocati ennesi avrebbero già comunicato -anche se non ufficialmente – che verranno chieste per il tribunale di Nicosia accertamenti e verifiche analoghi a quelli chiesti per la struttura ennese e, anzi, qualcuno si sarebbe già spinto a sollevare dubbi sulla agibilità stessa del palazzo di giustizia di Nicosia. Si profila a questo punto una “guerra per la sopravvivenza” di quelle che lasciano solo macerie. In sostanza il Foro di Enna teme che l’ispezione prevista per questa mattina il cui esito verrà trasmesso al ministero della Giustizia che, se venissero effettivamente rilevate carenze nei sistemi di sicurezza imposti dalla legge per gli edifici pubblici, potrebbe anche disporre la chiusura del tribunale nelle more degli interventi necessari. Così a Enna, si “rispolverano” le voci su possibili problemi del Palazzo di Nicosia, legati non agli impianti ed alle misure di sicurezza, che sono stati adeguati e messi a norma, quanto a problemi legati alla struttura. Va comunque sottolineato che negli ultimi 3 anni le verifiche sul Palazzo di giustizia nicosiano non hanno riscontrato problemi né mancati adeguamenti alle norme di sicurezza. Di contro, l’esposto sulla cui base è stata disposta la verifica di questa mattina (vedasi in calce), sottolinea 14 punti “di criticità” che riguardano gli impianti elettrici dalle prese alle scatole di derivazione, agli interruttori fino alla mancanza di un numero sufficiente di lampade di emergenza; l’ascensore che non risponderebbe alle dimensioni minime di legge e non avrebbe pareti ignifughe; la mancanza di porte antipanico e tagliafuoco oltre che di piani di evacuazione e indicazione delle vie di fuga; le uscite di sicurezza esistenti non sono individuabili per il pubblico; il vano scala non è isolato dai fumi; mancanza di videosorveglianza nel vano ascensore e di sistema di sorveglianza e rilevamento all’ingresso con metal-detector; inoltre mancano i servizi igienici per i disabili. L’obiettivo dell’esposto degli avvocati di Nicosia è verificare se l’accorpamento è possibile e ottenere in caso contrario la proroga edilizia.

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Nota del Presidente del Tribunale di Enna relativa l’accorpamento del (ex) Tribunale di Nicosia

Ministero Giustizia deciderà se il tribunale di Enna può accorpare quello di Nicosia subito a concedere una proroga




Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Enna, riunitosi in sessione straordinaria, nel pomeriggio di oggi ha diramato la seguente nota:
“Nessuna delle iniziative indicate (n.d.r.: nel sopracitato articolo) è sta mai intrapresa da parte del Consiglio e, peraltro, non risulta che alcuno degli iscritti del Foro Ennese abbia mai rappresentato al suddetto Consiglio problematiche connesse all’agibilità del Tribunale di Nicosia. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Enna ribadisce, altresì, di non avere mai espresso alcuna valutazione in relazione all’edilizia giudiziaria. Si evidenzia, infine, che l’Ordine degli Avvocati di Enna ha sempre condiviso la posizione fortemente critica assunta dall’Avvocatura nazionale e siciliana sulla riforma adottata dal Governo in materia di geografia, partecipando attivamente a tutte le iniziative intraprese”.


Esposto-Istanza del 12 aprile 2013;
rappresentano
alle Autorità quanto segue e formalmente
reiterano
la segnalazione di assoluta temuta inadeguatezza dei locali del Palazzo di Giustizia di Enna a ricevere ed accorpare gli uffici giudiziari nicosiani, secondo le norme di sicurezza vigenti, ed in particolare con conseguente esposizione a pericolo del personale dipendente, degli operatori giudiziari, degli avvocati, degli ausiliari dei giudici e degli utenti del servizio giustizia e di quanti, a diverso titolo, dovranno permanere, per lo svolgimento della propria attività lavorativa, l’espletamento del proprio servizio o l’esercizio del loro ministero, presso i locali dell’Ufficio accorpante ovvero semplicemente accedere agli stessi.
I sottoscritti, inoltre,
insistono
nella già formulata Istanza di verifica di esistenza dei requisiti sostanziali di sicurezza e della relativa documentazione e, pertanto,
chiedono
alle Autorità in indirizzo di verificare ed accertare, nell’ambito delle relative competenze e responsabilità la sussistenza presso i locali del Palazzo di Giustizia di Enna (Uffici del Tribunale, Uffici della Procura, Uffici del Giudice di pace) dei requisiti sostanziali di sicurezza, igiene sul lavoro e antinfortunistica in relazione alla vigente normativa.
In particolare
denunciano
le seguenti anomalie, difformità e situazioni illecite con conseguente alta esposizione al rischio (sia per il personale che per il pubblico) che hanno avuto modo di constatare oculi icti e prima faciae in sede di semplice accesso ai locali del Palazzo di Giustizia ennese in data di lunedì 2 settembre 2013 ed a margine degli incontri istituzionali avuti con il Signor Presidente del Tribunale ed il Signor Procuratore della Repubblica.
1) l’impianto di illuminazione interno è carente per i difetti seguenti (L. 46/90 e s.m.i.):
– mancano le prese di corrente interbloccate previste per garantire sicurezza da elettrocuzione;
– i pulsanti di comando elettrico (interruttori) sono ad altezza dal pavimento superiore alla norma (abbattimento barriere architettoniche);
– le scatole di derivazione dell’impianto elettrico sono non conformi per grado di protezione IP all’umidità ed all’incendio (L. 46/90), sono spesso rimosse o aperte con l’impianto esposto, presentano numerosi cavi elettrici fuoriusciti;
– sono presenti numerosi cavi elettrici collocati all’esterno dell’impianto senza fissaggi alle pareti e senza idonee canaline di protezione;
– il grado di illuminamento (lux) nei corridoi al pavimento e negli uffici ad altezza di scrittoio non è sufficiente e non è rispondente al minimo richiesto per attività di uffici;
– non ci sono lampade di emergenza ovvero sono troppo poche per garantire l’evacuazione in caso di incendio o altra calamità;
2) manca una rampa di accesso per disabili nel percorso fino al corridoio al piano terra;
3) i dispositivi antincendio sono poco visibili e con pochi indicatori di localizzazione con riduzione dell’efficacia;
4) manca totalmente la segnaletica delle vie di fuga e delle uscite di emergenza;
5) mancano totalmente i piani di evacuazione con le planimetrie previste dal d. lgs. 81/2008;
6) mancano totalmente le indicazioni di comportamento in caso di emergenza obbligatorie;
7) le porte interne di separazione poste nei corridoi non sono a norma di sicurezza (devono essere di tipo REI per funzione di tagliafuoco e sempre apribili verso l’esterno in caso di evacuazione);
8) non ci sono i maniglioni di apertura antipanico nelle porte nemmeno nella porta di ingresso principale;
9) le uscite di sicurezza (ove esistenti) non sono individuabili né per il pubblico e neppure in caso di incendio;
10) il vano scala non è isolato dai fumi; in caso di incendio diventerebbe un grande comignolo causando l’asfissia di coloro che dovessero percorrerlo nel cercare una via di scampo dai piani superiori verso l’uscita (è notorio che in caso di calamità gli ascensori non sono utilizzabili come vie di fuga);
11) ascensore
– Non è individuabile e non è adeguatamente segnalato;
– la cabina dell’ascensore è sottodimensionata, in caso di utilizzo da parte di disabile con accompagnatore;
– i sensori di allarme antincendio vicino all’ascensore sono ad altezza non conforme ovvero troppo in alto per un disabile;
– il vano ascensore è racchiuso da pareti senza isolatori antincendio;
– non ci sono telecamere di videosorveglianza nel vano ascensore;
12) manca un sistema di sorveglianza e rilevamento all’ingresso (metal-detector);
13) mancano i servizi igienici per disabili;
14) i servizi igienici presenti sono ricavati in spazi troppo ristretti e non sono separati per sesso, prescrizione obbligatoria quando si superano i 10 dipendenti.
Non è stato possibile, in questa fase, valutare se i vari uffici hanno lo spazio standard minimo occorrente per il personale. È vero che il decreto sulla spending review, purtroppo, tra i tanti tagli prevede anche di ridimensionare lo spazio di lavoro dei dipendenti della pubblica amministrazione. Gli spazi ad uso ufficio vengono infatti rapportati alle effettive esigenze funzionali e alle risorse umane impiegate, ma in ogni caso vengono fissati dal suddetto decreto per ciascun dipendente i parametri per la determinazione degli standard ottimali di utilizzazione degli spazi in rapporto al numero, funzione e qualifiche del personale. Tali standards in ogni caso vanno garantiti e non possono essere ulteriormente sottodimensionati.
Si evidenzia, infine, che il Tribunale di Nicosia è stato sottoposto negli ultimi tre anni ad una ispezione annuale di rispondenza del sistema di sicurezza e del rispetto della documentazione prevista dal D. Lgs. 81/2008 a partire dal DVR (documento di valutazione dei rischi) fino alle planimetrie con le vie di esodo.
Occorrerà verificare se analoghe ispezioni sono state effettuate per il Tribunale di Enna.
Tanto premesso e ritenuto, gli istanti
chiedono
che il Signor Presidente del Tribunale di Enna, quale capo dell’ufficio accorpante, voglia – preso atto delle inderogabili ragioni organizzative e funzionali e previa constatazione della inidoneità, anche sul piano della sicurezza ed alla stregua della vigente normativa, dei locali del Palazzo di Giustizia di Enna, ai sensi dell’articolo 8 del D.Lgs. 155/2012, voglia mantenere, comunque ed in ogni caso, i locali sede del soppresso ufficio giudiziario di Nicosia, a servizio dell’ufficio accorpante chiedendo la relativa “proroga edilizia”.