In corso partita: Aidone vs Piazza Armerina – 2° puntata

E niente, “‘s’ a ogn can ch passa s’ c jetta na petra…”. Finitelo voi il proverbio.
Intensa è la campagna di colpi e contraccolpi fra Aidone e Piazza Armerina. Subito dopo il fischio d’inizio del sindaco Cammarata, entrano in campo le squadre formate dagli Aidonesi con successivo ed immediato ingresso dei Piazzesi. Il centro campo viene occupato dal sindaco di Aidone che, ingoiato il rospo lo risputa. “Affronto ci fu”… Piazza risponde con un suo messaggero che ad onor del vero se non avesse toccato palla si sarebbe reso più utile. Primo fuori gioco, anzi cartellino rosso, espulso. Aidone passa all’attacco, “Peppe sei tutti noi”. Piazza risponde con una missiva di un capogruppo di un gruppo a due, non attecchisce sempre le stesse mosse, troppo scontate, Aidone fa pressing, “Forza Peppe”. Cammarata non ci sta, il gioco si fa “duro”, pensa, prima di decidere il prossimo giocatore da mettere in campo : “ou non s po’ chiù dir nent”. Decide comunque di continuare la partita e chiama in squadra il suo migliore giocatore “Mar Adona”, altra missiva resa pubblica su fb, altro affondo affronto per Aidone. Chiarenza non ci sta, tutta Aidone, macar. Fa il suo ingresso in campo uno dei giocatori Aidonesi di un certo peso, Gabriele Virzì che risponde al suo omonimo Piazzese: “L’assessore Messina ha perso una buona occasione per stare zitto. Davanti alla tragicità del momento le parole sono superflue ma Aidone non permetterà che il dolore e la malattia diventino scusa di feroce propaganda politica. Dico solo al mio omologo della vicina Piazza Armerina di guardare in casa sua e ai propri affari come d’altronde è abituato a fare. Ringrazio i tanti messaggi di amici fraterni piazzesi cui ci lega ben di più che sgangherate comunicazioni da parte di istituzioni Che dovrebbero rappresentare il meglio e non il peggio delle proprie comunità. Spero di non leggere ulteriori stupidaggini da parte della politica politicante. È il momento di stringersi attorno alle famiglie delle vittime ai malati ai medici e agli infermieri in corsia. Uniti ce la faremo, nonostante tutto”. Ma ora io “dico“ e voi di certo tutti penserete, “ma non sarebbe stato risolutivo, semplice, di gran elevatura personale oltre che amministrativa, da parte del sindaco Cammarata, porre le proprie scuse sottolineando che, non era sua intenzione offendere o additare, o colpevolizzare, niente e nessuno? Perché, se qualcuno sostiene che si stia speculando o si stia strumentalizzando quanto accaduto, potrebbe anche essere vero, di certo però, la colpa non sarebbe da addebitare solamente a chi, magari avrebbe “esagerato nel volume dell’evento, ma anche a chi ha permesso tutto ciò senza pensare a fare un bagno di umiltà con un passo indietro.

“Quando un uomo, pur potente che sia, riesce a chiedere scusa all’ultimo dei suoi simili, egli ha raggiunto la consapevolezza dell’essere un uomo vero”
(Luciano Sante Manara)


Anna Zagara


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