Aidone. Duni e Confad richiedono test salivari per le persone disabili a ridotta collaborazione

Aidone. Una segnalazione, a firma di Ornella Giustra, presidente dell’associazione aidonese Duni, che si occupa di disabilità, e di Alessandro Chiarini, presidente di Confad (Coordinamento famiglie con disabilità), è stata inviata all’ Asp di Enna e alla regione Sicilia. Con essa si evidenzia la grave situazione delle persone con disabilità a ridotta collaborazione, che non possono effettuare il tampone naso faringeo in totale sicurezza e senza essere sottoposti a umilianti manovre coercitive, oppure senza essere sottoposti a narcosi. I due presidenti chiedono, contestualmente, che per questa categoria, venga considerata l’opzione di effettuare i test molecolari su campioni salivari, cosa che di fatto accade già in altre regioni italiane. E’ la stessa presidente della Duni, Ornella Giustra, mamma di Salvatore, 33 anni, affetto da grave disabilità, a raccontare la sua vicenda personale. “La mia famiglia è risultata positiva al Covid, per cui mi aspettavo, avendo questo figlio disabile non collaborativo, che il tampone, per verificare la sua positività o meno, venisse effettuato a casa. Ogni volta che telefonavo però c’era sempre un problema. Mi dicevano che era in previsione di venire ma non avevano la macchina e così via. Così per 15 giorni. Quando tutta la famiglia è andata a fare il tampone, mi hanno detto che anche Salvatore doveva farlo ma ho sottolineato che mio figlio non avrebbe collaborato perché ha paura del tampone; allora mi hanno detto che se lo avessimo tenuto con la forza, avrebbero potuto effettuare il tampone. Io però mi sono rifiutata perché conosco mio figlio, la sua possibile reazione, e non avrei comunque permesso che la sua dignità e la mia venissero messe in ridicolo davanti a una marea di gente”. “Documentandomi – prosegue la presidente Giustra – ho saputo che nei soggetti non collaborativi si può intervenire con test salivari. In collaborazione con Confad, mi sono subito attivata ad inviare richiesta alle istituzioni competenti affinchè la macchina organizzativa sia tempestiva e pronta ad intervenire, nei confronti di questi soggetti, con gli strumenti idonei. Non voglio che quello che ha passato la mia famiglia accada a qualcun altro. Per me, è stata l’ennesima dimostrazione che la disabilità, la fragilità non sono tutelate. Non voglio puntare il dito contro nessuno, ma sul sistema in generale che non funziona. Attendiamo ancora risposta alla nostra richiesta”. Salvatore attualmente, non avendo il super Green pass, non può frequentare il centro Aias di Piazza Armerina, le cui attività ludico-ricreative sono uno stimolo importante per l’inclusione sociale e per il miglioramento della qualità della vita.
Angela Rita Palermo