Scalpore anche a Enna per voto positivo Presidente Regione siciliana progetto di legge su Autonomia Differenziata delle Regioni

Ha destato scalpore anche a Enna il voto positivo del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, sul progetto di legge presentato dal ministro Calderoli sulla Autonomia Differenziata delle Regioni nella Conferenza unificata Stato- Regioni e Stato-Città. Autonomia, secondo il parere del presidente dell’associazione culturale “Mondo Operaio” nonché ex dirigente regionale della Uil Salvatore La Terra, che “porterebbe ad una crisi giuridica ed economica della Repubblica e complicazioni per l’uguaglianza dei cittadini, in riferimento alla prospettiva di devolvere alle Regioni richiedenti materie di primario rilievo nazionale come scuola, sanità, infrastrutture, ambiente e lavoro”. “Non si comprende il silenzio assoluto di sindaci, organizzazioni sociali, sindacali, Anci, Sicindustria – afferma Laterra – sulla posizione assunta dal presidente Schifani. Posizione sulla quale si dovrebbe aprire un dibattito considerato che l’autonomia differenziata, così come prevista, mira a consolidare ilprimato del Nord sull’intera nazione. E’ uno schiaffo ai siciliani che da circa 76 anni di autonomia non hanno visto mai applicato lo Statuto speciale, che riconosce alla Sicilia la dignità di Stato regionale. E’ uno Statuto – aggiunge Laterra – che rinuncia alla politica estera e demanda la difesa alla Stato nazionale, mentre per il resto dovrebbe far da se: dal potere legislativo, a quello esecutivo, giudiziario e tributario finanziario. Ovviamente, di tutto questo non è accaduto mai nulla. Anzi – aggiunge – ristrettissime oligarchie finanziarie, che decidono quali sono le sorti dell’Italia e dell’Europa, lo vogliono fare fuori, proprio adesso che una parte della società siciliana sta prendendo coscienza della esistenza di questa carta costituzionale”.




Laterra focalizza in particolare l’attenzione sugli articoli riguardanti l’autonomia tributaria e finanziaria della Sicilia, “che è espressione diretta della sovranità che il popolo siciliano avrebbe a termine di Statuto”. “Dal punto vista tributario e finanziario – sottolinea – il dettato dello Statuto è molto chiaro: la Regione delibera i propri tributi e tutte le entrate tributarie sono di sua competenza. Questo significa che una vera attuazione dello Statuto dovrebbe potere decidere della propria politica tributaria come uno Stato sovrano. Tuttavia questo non avviene per quei rapporti strutturali di nostri politici, che a volte agli interessi della Sicilia preferiscono privilegiare quelli romani”.
Giacomo Lisacchi