La Panoramica, simbolo del fallimento della politica

Lo stato in cui versa la S.P. n. 28, conosciuta dagli ennesi come “Panoramica”, è l’icona del fallimento di chi decise, con dilettantismo e populismo, di sbarazzarsi della Provincia, privandola dell’anima politica. Già, perché giammai un corpo politico che risponde direttamente ai cittadini avrebbe permesso alla burocrazia di dilatare all’infinito i propri tempi.

E questo è accaduto, accade e, verosimilmente continuerà ad accadere, perché a differenza di quanto si è verificato nel resto del Paese, la classe politica regionale non ha concesso ai cittadini neanche l’elezione indiretta degli organi di governo del Libero Consorzio comunale.

Le scelte della Regione

E così la Regione ha preferito mantenere un commissariamento per un periodo talmente lungo da fare storcere il naso anche alla Corte costituzionale. Ma la lungimiranza dei nostri timonieri della cosa pubblica non finisce qui. L’ultima tornata dei commissariamenti è stata caratterizzata dalla nomina di Commissari scelti tra i Dirigenti generali dell’Amministrazione regionale, con l’ovvia conseguenza di vederli impegnati presso i Liberi Consorzi solo e compatibilmente con i propri impegni regionali.

Il silenzio di Regione e Comune di Enna

Orbene, in presenza di un Ente che non presenta più neanche un alito di politica, chi dovrebbe sciogliere i lenti e disinteressati nodi della burocrazia che sembrano attorcigliare la ricostruzione dell’importante arteria di accesso ad Enna alta? Il silenzio assordante sembra avere contagiato anche i due livelli istituzionali che interagiscono sulla città di Enna lungo l’asse della sussidiarietà verticale: la Regione e il Comune. Evidentemente, per alcuni, il problema non era il funzionamento dell’ente di area vasta ma solo quello di liberarsi del precedente Commissario.

C’erano una volta i corpi intermedi

In tale contesto di apatica rassegnazione, a difettare non sono solo le Istituzioni politiche ma anche quelli che un tempo venivano classificati come “corpi intermedi” e che tanto hanno contribuito allo sviluppo sociale ed economico delle nostre comunità. Che fine hanno fatto gli ordini professionali, le associazioni di categoria e le forze sindacali? Fatta eccezione per le recenti manifestazioni contro il dimensionamento scolastico, in cui la forza è rappresentata dagli studenti, rare sono le occasioni di dissenso costruttivo manifestate dal siffatte formazioni sociali. Se è certamente vero che i cittadini (contribuenti, utenti e consumatori), che rivendichiamo il diritto di conoscere se e quando inizieranno i lavori per la ricostruzione del ponte crollato nel lontano 2009, sono chiamati ad essere fedeli alla Repubblica, a maggior ragione a tale fedeltà sono chiamati coloro che in nome e per loro conto esercitano funzioni pubbliche.

Massimo Greco