Il Mpa ed il messaggio autonomistico ad Enna

Dopo il congresso provinciale di Fratelli d’Italia, l’attenzione politica si è spostata sul Movimento per l’autonomia che, domenica scorsa, ha radunato le proprie truppe nei locali del Federico II°. Un bagno di folla per il fondatore del Movimento Raffaele Lombardo che, uscito indenne dalla propria vicenda giudiziaria, ha deciso di ritornare a giocare da protagonista. Ne è la dimostrazione l’accordo federativo sottoscritto con la LEGA di Salvini in vista della prossima competizione per il rinnovo del Parlamento
Europeo. Deputati, Sindaci e dirigenti si sono alternati con sequenze muscolari tipiche delle parate militari.

“Enna capitale dell’autonomia”

Enna, “Capitale dell’autonomia” In tale contesto, in cui è apparso chiaro l’obiettivo di riorganizzare il movimento in chiave più partitica, la scelta della location non è stata solo legata alla centralità geografica. L’assist di Raffaele Lombardo ha infatti consentito a Francesco Colianni (già Vice-Sindaco di Enna e primo dei non eletti all’ARS) di illustrare, ancorchè per grandi linee, il progetto di far diventare Enna “Capitale dell’autonomia”.

Il recupero della “partecipazione”

Quell’autonomia delle aree interne che esprime la capacità delle comunità locali di autogovernarsi in un quadro politico e istituzionale unitario e che rappresenta il terreno di elezione di una democrazia di prossimità, perché più vicina ai diretti amministrati. Per Colianni, “l’autonomia è indissolubilmente legata alla partecipazione, direi che ne costituisce il luogo elettivo di svolgimento. E dal sistema delle autonomie è quindi ragionevole partire per sperimentare quel recupero della partecipazione che può svolgere una influenza diretta e sistemica per una visione e un’organizzazione moderna della democrazia”.

Facile a dirsi e difficile a realizzarsi? Certamente sì, in un contesto in cui il vento contrario arriva da tutte le direzioni e la “politica” scivola via, impotente, come un rivolo d’acqua su una lastra di marmo, senza lasciare traccia. Eppure, la sala gremita del Federico II° sembra essere contagiata da un’emozione forte, condivisa e sincera che, al netto dell’accordo strategico con la LEGA, testimonia una passione, un desiderio, forse una nostalgia di “valore umano” che è tuttora viva e persiste, in attesa di essere
risvegliata. Rispetto a tale scenario, in cui si alternano contrastanti sentimenti di scoraggiamento e di speranza, non può non essere sottolineata la volontà di coloro che vogliono tentare una composizione di questa energia morale, pulsante per quanto disordinata e confusa, dallo spontaneismo vitale da cui nasce, nell’alveo di un disegno e di una speranza di riscatto dei nostri territori.

Massimo Greco