La politica ed i personaggi in cerca d’autore

In forza di quanto prevede la Costituzione, chi esercita funzioni pubbliche deve adempierle con disciplina ed onore. A differenza di quelle funzioni pubbliche esercitate all’interno della Pubblica Amministrazione, per le quali è richiesto il concorso pubblico finalizzato a selezionare i “migliori” (ancorchè solo in teoria), le cariche elettive possono essere ricoperte da chiunque e, di conseguenza, anche dai “peggiori”.

Dilettantismo politico

Basta guardarsi un po’ in giro per rendersi conto che da diversi lustri, nell’arena politica sono scesi in campo “personaggi in cerca d’autore” che nella migliore delle ipotesi hanno dalla loro soltanto un’oggettiva capacità elettorale. Non mancano casi in cui, come quelli generati dalle attuali leggi elettorali basate sulle cooptazioni e sulle affiliazioni familiari, i partiti politici (o ciò che rimane di
questi) scelgono candidati sprovvisti anche di siffatta dote elettorale.

L’inquinamento elettorale

Rispetto a questo scenario, che finisce inevitabilmente per incidere sulla qualità del patto tra sovranità e cittadini, occorre ritornare sul concetto di meritocrazia e sulla sua funzione all’interno di organizzazioni sociali e democratiche come quelle contemporanee. Se è infatti vero che la prima critica alla società meritocratica è che il merito senza pari opportunità consolida il privilegio, perché chi nasce più
ricco ha un vantaggio iniziale che generalmente aumenta nel tempo così che “i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”, è altrettanto vero che affidare una delega in bianco a vere e proprie flotte di “dilettanti allo sbaraglio”, oltre ad essere nocivo per la salute della democrazia, costituisce una
pericolosa forma di inquinamento elettorale.