Enna. Sindaci disorientati e carenza di professionalità (parte quarta)

Enna. Sindaci disorientati e carenza di professionalità (parte quarta)
di Massimo Greco


L’infausta soppressione delle Province ha creato tanti vuoti, tra questi anche quello di non potere più giovare di figure specializzate in politiche di sviluppo territoriale, professionalità del tutto assenti nelle dotazioni organiche dei Comuni. Né può dubitarsi del fatto che, allo stato della grave crisi economica e sociale che caratterizza le aree interne e centrali della Sicilia, anche lo sviluppo economico e sociale del territorio rientrino a pieno titolo fra gli obiettivi prioritari e le finalità istituzionali dei Comuni. E’ anche per questo motivo che i Sindaci risultano deficitari di idee e proposte per affrontare le future sfide che presenta l’ambiziosa piattaforma di Agenda 2030. Eppure, di fronte alle sfide della globalizzazione, dello sviluppo sostenibile e dei grandi processi di cambiamento strutturale, i Comuni hanno l’esigenza di confrontarsi con nuove impegnative funzioni e con l’evoluzione sostanziale del ruolo storicamente consolidato dell’ente locale. Queste sfide richiedono capacità sostanziale di innovazione nonché orientamento alla sperimentazione di nuove soluzioni gestionali e organizzative. A tale fine una condizione imprescindibile è la disponibilità di solide competenze e capacità in grado di consentire l’esercizio di un ruolo pro-attivo da parte dei Comuni e in generale nel comparto delle autonomie locali, in particolare nei processi di formulazione delle politiche e delle strategie di sviluppo locale. La vicenda del Policlinico universitario, l’ultima in ordine di tempo, dimostra che gli scenari di cambiamento emergenti richiedono forme innovative di governance sia tra le istituzioni pubbliche che tra queste e gli stakeholder del territorio. La definizione di una visione strategica comune con obiettivi condivisi e azioni conseguenti è diventata una questione cruciale per tentare di frenare la decrescita delle nostre aree interne. Le sfide di governo e di sviluppo di un territorio, sottoposte alle spinte verso le aree metropolitane, travalicano perlopiù i confini dei singoli Comuni. Emerge, quindi, la questione di quale possa essere la dimensione territoriale ottimale per affrontare e risolvere i problemi. Qualsiasi tipo di assetto istituzionale si disegni, evitando i dogmatismi, dovrà comunque garantire un equilibrio tra rappresentanza democratica dell’ente con relativa prossimità dei servizi e capacità dell’ente di garantire efficienza, efficacia ed economicità nell’erogazione dei servizi compresi quelli funzionali allo sviluppo del territorio. Questo equilibrio di risultati, ovviamente non ottenibile singolarmente dai piccoli Comuni della provincia di Enna, dovrà essere assicurato attraverso un’aggregazione di Comuni, eventualmente adottando dispositivi innovativi ed assetti variabili. Nel contesto della fallita riforma dell’ente intermedio, i timidi ragionamenti svolti finora e la ricerca degli strumenti con cui i Comuni possono associarsi o aggregarsi, rendono ben evidente che i processi di sviluppo locale non avvengono automaticamente, necessitano invece di progettualità, regole, risorse, implementazione, coinvolgimento democratico (capacità di ascolto), valorizzazione degli asset territoriali che, al netto degli input forniti dal Forum Enna 2030, risultano totalmente assenti.


link news precedenti:

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Sindaci samurai per il Policlinico universitario (parte seconda)
I Sindaci della provincia di Enna incapaci buttino giù la maschera…. prima che sia troppo tardi! (parte prima)

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