Società rurale cristiana, festa per i suoi 125 anni, ci sarà il vescovo Gisana
Valguarnera - 12/06/2025
La società rurale Cristiana, uno dei più antichi sodalizi della città, compie 125 anni e nel pomeriggio di sabato 14 giugno a Valguarnera si darà il via alla ricorrenza di tale evento. Alle ore 16,30 sarà deposta davanti alla sede una corona di alloro in memoria del parroco Giuseppe Lomonaco fondatore del sodalizio, accompagnata dalla banda musicale. Alle 17 il saluto del presidente Francesco Palermo e della sindaca Francesca Draià a cui fa seguito una mostra ed esposizione dei prodotti locali. Mezz’ora dopo una conferenza sul profilo biografico, pastorale e sociale del suo fondatore il vicario Mons. Giuseppe Lomonaco durante la quale relazioneranno il vescovo Mons. Rosario Gisana e don Filippo Salamone.
La società economica cattolica
La Società Rurale Democratica Cristiana, rappresenta a Valguarnera il primo e più antico esempio di società economica cattolica fondata come recepimento dell’enciclica papale Rerum novarum con lo scopo di giungere alla costruzione di una società cristiana contrapposta a quella massonico materialista di quel tempo- scrive Giacomo Magno nel suo libro di memorie -. Il fondatore fu il parroco don Giuseppe Lomonaco che, sull’onda dell’impegno sociale di matrice sturziana, il 14 giugno 1900 si presentò dal notaio per legalizzare la costituzione della società.
Con Lomonaco si presentarono 22 agricoltori iscritti al comitato, tutti possidenti, cattolici ed intraprendenti, ai quali si aggiunsero tre sacerdoti. Tutti insieme- scrive don Giacomo Magno- fondarono la prima società economica cattolica denominata “Società Rurale Democratica Cristiana”, società cooperativa in nome collettivo avente lo scopo di “migliorare la condizione morale e materiale dei soci, gabellando loro delle terre e concedendo prestiti in denaro e derrate con tutte le facilitazioni necessarie nei modi determinati dallo Statuto”
La banca agricola
Si diede luogo in sostanza ad una piccola banca agricola. Scopo della società fu anche quello di
sostituirsi agli intermediari per contrattare direttamente col proprietario del latifondo l’affitto delle terre per poi ridarle, divise in particelle, agli associati che dovevano coltivarle direttamente o a mezzadria con i patti determinati dallo statuto. Con questa forma di società- ricorda don Magno- gli agricoltori si affrancarono dal gabellotto (spesso alleato con la mafia agraria e profittatore del lavoro altrui) che prendeva in affitto i latifondi direttamente dai proprietari per poi subaffittarli speculando sul
prezzo. Fu così che l’agricoltore, spalleggiato da questa forma di organizzazione, si liberò dal cappio dell’usura e dalle altre prevaricazioni.
Il riconoscimento
Qualche anno fa la Società Rurale Cristiana, assieme al Circolo Unione, hanno ricevuto dall’attuale amministrazione il riconoscimento di “Patrimonio culturale immateriale di notevole interesse”, avendo dato nel corso della loro storia una vivace e intensa vita associativa e culturale, rendendole luogo di confronto e di promozione sociale, culturale e politico. Entrambi i sodalizi hanno sede in piazza della Repubblica ai piedi di Palazzo di città.